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Il vescovo Lino Fumagalli
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Riceviamo e pubblichiamo - Annunciare il Vangelo significa annunciare il Cristo risorto e questo annuncio rappresenta il tema centrale della cristianità; con la Sua morte e resurrezione infatti, Gesù ha fatto nuove tutte le cose e rinnovato anche il cuore degli uomini di buona volontà, a cominciare da uno dei due ladroni crocifisso con Lui, al quale ha assicurato la salvezza e la vita eterna.
Il vescovo Lino Fumagalli, da poco arrivato nella diocesi e pertanto comprensibilmente preso da tutti gli impegni che questa funzione comporta, ha voluto dare concreta attuazione al messaggio della Risurrezione, celebrando personalmente la sua prima messa del mattino di Pasqua in carcere, in mezzo ai detenuti, per annunciare loro la stessa buona notizia.
Non è solo un gesto di umanità, ma è soprattutto un segnale di grande attenzione verso quei “legami sociali spezzati” che gli uomini di buona volontà possono sempre ricostruire: il carcere infatti può e deve essere un cantiere sempre aperto dove operatori istituzionali, volontari, agenti e detenuti sono tutti coinvolti nella ricostruzione del consenso e della riconciliazione piuttosto che del conflitto permanente.
La storia degli uomini del resto è sempre stata un enorme cantiere dove si può distruggere e si può costruire: nessuno è spettatore e tutti dobbiamo sentirci responsabili.
Quasi a voler confermare questa opportunità, durante la celebrazione un detenuto di nome Giuseppe è stato battezzato e cresimato da monsignor Fumagalli, che lo ha accolto personalmente con il suo benvenuto nel popolo di Dio.
Alla funzione eucaristica erano presenti anche il direttore dell’istituto D’Andria e il comandante della polizia penitenziaria, che hanno voluto testimoniare anche a nome delle istituzioni e delle autorità civili che il percorso che porta verso l’accoglienza e il reinserimento è possibile per tutti gli uomini di buona volontà.
La diocesi di Viterbo è da sempre concretamente, materialmente e spiritualmente vicina a questo mondo ai più quasi sconosciuto, in quanto non si limita alle affermazioni di principio ma è presente con le sue risorse e con i suoi sacerdoti e volontari tutti i giorni dell’anno; perché dentro il carcere di Viterbo si può anche ricostruire ciò che alle volte si presenta ai nostri occhi come irrimediabilmente compromesso e restituire alla società persone rinnovate per un mondo più sicuro.
Diocesi di Viterbo
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