Riceviamo e pubblichiamo
- Riorganizzare i servizi sanitari significa: ridimensionare e riqualificare la rete ospedaliera (non chiudere gli ospedali), potenziare i servizi distrettuali e favorire l'integrazione fra sociale e sanitario.
Quindi questa riorganizzazione dei servizi sanitari non può non partire da una progettazione a monte: chiudere ospedali senza fornire opportune alternative è insensato e pericoloso. Perché vi raccontiamo tutto questo?
Perché ci chiediamo a tutt'oggi dopo i vari decreti Polverini e dopo l'Atto Aziendale della Ausl di Viterbo, qual è l'alternativa che si prospetta per i cittadini dell'alta Tuscia, in particolar modo per gli aquesiani e gli abitanti dei comuni limitrofi.
A tutt'oggi infatti non è stato potenziato alcun servizio territoriale a sostegno della futura riconversione dell'ospedale, ne sono stati potenziati i trasporti secondari per i trasferimenti, il cui numero aumenterà esponenzialmente con la diminuzione dei posti letto, ne è stato risolto il problema dell'elisoccorso.
Si avverte uno stato di incertezza e precarietà, che crea ansia ed insicurezza sia nell'utenza che negli operatori. Questo comporta un minor afflusso dei cittadini verso alcuni servizi confermato da una reale diminuzione dell'offerta.
Attualmente la situazione così si presenta: l'ambulatorio ortopedico e la connessa attività di day surgery sono oramai sospese da 2 mesi; l'ambulatorio di ostetricia e ginecologia, prima funzionante 6 giorni su 7, ora è attivo solo 2 giorni a settimana e l'attività operatoria è sospesa definitivamente; l'ambulatorio diabetologico è stato ridotto ad un accesso settimanale; l'ambulatorio ematologico verrà sospeso dal 26 aprile; alcuni servizi, quali l'audiometria e la logopedia, hanno subito un riduzione delle ore di attività lavorativa e l'ambulatorio cardiologico viene attualmente effettuato solo per i pazienti ricoverati.
In compenso a Montefiascone ha già aperto l'ambulatorio infermieristico, così come a Montalto e a Tarquinia è partito un progetto a tutela degli anziani fragili? E noi, siamo forse stati dimenticati?
Per alcune cose forse, non per i trasferimenti che ogni giorno afferiscono al nostro presidio ospedaliero sia dal Polo Centrale di Belcolle che da altre Asl, ad esempio Bracciano, circa 40 richieste in 15 giorni, di cui il 30% accettate e il 70% rifiutate per mancanza di posti letto: quando il nostro presidio verrà riconvertito chi accoglierà questi pazienti?
Per quanto riguarda la popolazione di questo territorio la fuga verso altre regioni e già cominciata, sempre nell'ottica del risparmio?
Comitato Pro ospedale Acquapendente
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