Riceviamo e pubblichiamo
- Spettabile redazione,
ieri era l'ultimo giorno di un tour con turisti provenienti da Belluno. Il programma prevedeva un'escursione storico naturalistica a Castel d'Asso.
Il primo tratto del percorso attraverso i campi è stato gradevole, poi mentre percorrevamo il ponte sull'urcionio (depurato?), un tanfo di fogna ci ha colpito alla gola, salendo verso i resti del castello reti arrugginite sbarravano il percorso.
Ma ancora non sembrava molto diversa dal solito la situazione, arrivati alla torre medioevale, dopo aver attraversato una sorta di savana, rifiuti vari facevano la loro bella figura. In cima quella che era una vetrata a tutela del sito è stata devastata da vandali rendendo pericoloso anche il solo salire le scale a causa dei vetri sparsi dappertutto.
Tornati verso le tombe la rigogliosa vegetazione ha ripreso a cancellare la memoria e a impedirne la vista, minandone tra l'altro la stabilita.
Dulcis in fundo per tornare al parcheggio una ricca stratificazione di rifiuti vari ci hanno accompagnato fino al piazzale giustamente ornato da tutto quello che si può chiamare scarto della cosiddetta civiltà dei consumi.
Morale, quella che è stata la prima necropoli rupestre scoperta è nuovamente tornata a essere in piena sintonia con i reperti strorico archeologici del comune di Viterbo: un bellissimo centro di accumulo di rifiuti e porcherie varie.
Pietro Labate
Guida ambientale - escursionistica
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