- Il museo della Città di Acquapendente si arricchisce di una delle principali raccolte di oggetti d’arte dell’Alto Lazio grazie all’inaugurazione della pinacoteca, primo nucleo di una più ampia sezione museale che andrà ad occupare l’intero piano terra del Convento di San Francesco.
L’amministrazione comunale di Acquapendente, tramite il Museo della Città, assieme alla Riserva Naturale Monte Rufeno e alla Sovrintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio, ha iniziato un’opera di recupero, che si è sviluppata nel corso degli anni con il restauro degli stabili conventuali e delle opere artistiche in esso contenute, allo scopo di realizzare all’interno degli ambienti prospicienti il chiostro tardo cinquecentesco, una sezione esterna del museo civico, fissando definitivamente le opere storico-artistiche alla loro sede naturale.
L’opera è stata inaugurata lo scorso 2 aprile dal sindaco di Acquapendente e presentata dai direttori del Museo, Francesca Fiorentini che ha illustrato le opere pittoriche e le suppellettili sacre esposte, e l’architetto Renzo Chiovelli che, anche come progettista e direttore dei lavori, coadiuvato per le opere strutturali e museografiche dall’architetto Marina Anna Laura Mengali, ha ricordato la serie di lavori che hanno portato alla realizzazione odierna, sotto la sorveglianza e la collaborazione di Egidia Coda e Benedetta Montevecchi, che si sono succedute nell’alta sorveglianza di zona per conto della Sovrintendenza.
La quadreria francescana, contenuta all’interno della Pinacoteca, vanta opere che spaziano dal XV al XIX secolo, testimoniando periodi di particolare rilevanza per la storia del convento.
Difatti opere come il San Bernardino da Siena, dipinto da Sano di Pietro, e La Vergine in adorazione del Bambino, del maestro di Marradi, possono essere legate al clima di vivacità e di fervore spirituale che tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo caratterizza l’importante funzione politico-sociale che, per la sua posizione privilegiata lungo un’importante arteria stradale, svolge la comunità francescana aquesiana, anche come polo di accoglienza e raccordo dei frati e predicatori itineranti.
Mentre l’ampio lavoro di decorazione pittorica eseguito da Francesco Nasini e dalla sua bottega, che si sviluppa all’interno della chiesa e nelle lunette del chiostro, oltre che in una serie di tele presenti nell’esposizione museale, è da collegare alla destinazione del convento a sede, dapprima, di noviziato (1642) e, poi, di professato (tra il 1660-64 e dopo il 1673), che rende la comunità francescana aquesiana, di nuovo, un vivo luogo di scambi culturali al confine tra Lazio, Umbria e Toscana.
Inoltre la nuova sezione museale presenta una notevole raccolta di arredi e suppellettili sacri che completano il panorama storico-artistico facente parte della dotazione del convento francescano.
L’esecuzione dell’apparato espositivo, interamente realizzato in legno naturale a vista, e il restauro conservativo degli arredi seicenteschi delle sacrestie, che fungono da espositori delle suppellettili storico-artistiche in mostra, è stata assolta dalla ditta aquesiana di lavori e restauri lignei di Roberto e Roberta Sugaroni.
I dipinti della quadreria di San Francesco, il cui restauro era già stato presentato al Museo della Città, sono stati invece restaurati grazie alla perizia dell’altrettanto noto Maestro di restauro aquesiano Mariano Marziali.
Per informazioni sugli orari di apertura della pinacoteca telefonare al numero verde 800/411834.
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