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Viterbo - Provincia - Salvati 117 lavoratori su 129
Precari, perdono il posto in dodici
di Giuseppe Ferlicca
Viterbo - 21 aprile 2011 - ore 15,30


Marcello Meroi, presidente della Provincia
- Su 129 precari in Provincia, 117 sono stati salvati.

Per i dodici rimasti fuori c'è l'impegno, dove possibile, a trovare una collocazione. Sulla vertenza lavoratori a palazzo Gentili il presidente Marcello Meroi passa all'attacco. Non ci sta a finire sotto accusa e soprattutto a far passare la procedura di selezione, come poco chiara o irregolare.

“Se c'è qualcuno che lo pensa – spiega Meroi – faccia i passi necessari. Da parte mia, mi rivolgerò alla Procura della Repubblica per vedere se quello che certe persone dicono, risponde al vero. Lo farò come Marcello Meroi. La Provincia è oggetto di un'indecente campagna, si dicono falsità che vanno chiarite”.

Dubbi sono stati sollevati da un sindacato in particolare. Il presidente non si spiega le ragioni. “Forse – spiega – vanno cercate in quelle dodici persone che non sono riuscite per ora a entrare in graduatoria”. Stilata in base a un percorso condiviso. “Ricordo – spiega Meroi – che c'è stato un voto unanime in commissione sulle procedure, con il consenso del consiglio e di quasi tutti i sindacati”.

La selezione è stata affidata all'università Tor Vergata. “Proprio perché soggetto estraneo – osserva il presidente - mi è stato chiesto di scegliere un'apposita commissione composta da responsabili politici e sindacali, ma abbiamo detto di no.

La graduatoria si è basata su tre parametri. Sessanta per cento del punteggio deriva dall'anzianità, perché chi sta qui da anni ha più diritto di chi è stato assunto il 25 marzo 2010, a pochi giorni dalla mia elezione.

Il dieci per cento per il titolo di studio e il rimanente trenta per cento su valutazioni professionali. Un metodo scientifico già utilizzato in passato dall'ateneo e che ha ottenuto attestati di stima anche da chi oggi critica”.

Il percorso è concluso e la delibera approvata. Da martedì rientrano le prime dieci unità, quindi giovedì altre quindici. “Sui dodici che alla fine del percorso non sono riusciti a rientrare – precisa Meroi – siamo disponibili a discutere, ma a questo punto, con chi dico io. Non con chi parla di procedure oscure e di conti che non tornano, ma negli ultimi dieci anni non si è mai posto il problema.

Noi siamo stati molto elastici. Ci siamo posti anche il problema se il personale che faceva parte di segreterie politiche e dei presidenti potesse concorrere con chi era entrato in modo diverso.

Abbiamo deciso che la graduatoria andava ricostruita indipendentemente da come nasceva il rapporto. Non interessa di queste persone come si chiamano o di chi sono amici”.

Quindi una dura verità. “Soldi per tutti non ci sono – spiega Meroi – non possiamo risolvere come ente i problemi occupazionali di tutti ogni volta che si presentano.

Dobbiamo rispettare parametri di spesa e anche se c'è personale che va in pensione, si può assumere solo il dieci per cento di quello che lascia. Per venti nel 2010 che hanno lasciato, ne possono entrare quattro. Per gli undici previsti nell'anno in corso, solo quattro.

117 su 129 è quanto siamo riusciti a fare, con disponibilità a ragionare su chi è rimasto fuori. Di più non si riesce a fare”.


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