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Viterbo - Presentato il libro del giornalista Rai "Dove sta Zazà"
Il Sal8 chiude con Liguoro e la sua Napoli
Viterbo - 17 aprile 2011 - ore 18,00


Mimmo Liguoro al Sal8 delle 6
- Ha chiuso i battenti la dodicesima edizione de Il Sal8 delle 6, ideato e condotto da Pasquale Bottone, con un educato e poetico racconto di Napoli donato ai presenti da Mimmo Liguoro, apprezzato giornalista Rai, autore del libro “Dove sta Zazà”, edizioni Tullio Pironti, che prende spunto dalla celebre canzone napoletana.

Il libro di Liguoro, proprio attraverso la canzone, racconta due epoche e due facce di Napoli del dopoguerra tra contrabbando, prostituzione e sciuscià, radici della nuova camorra. E poi ancora lo sviluppo degli eventi che si sono succeduti dopo l'arrivo dei soldati americani alleati, e presenti nei quartieri popolari del capoluogo campano. E in tutto questo nell'aria si ascoltava Zazà, prima marcetta non bellicosa dopo anni di squilli guerreschi, che riportò un filo di speranza.

Liguoro ha raccontato l'influenza subita dalla città dopo l'arrivo degli americani: i soldi che giravano, la merce che spariva dalle navi per finire dritta nel mercato nero e anche la ricerca di ragazze con cui trascorrere qualche ora, ovviamente a pagamento.

“Anche la borghesia ha contribuito – ha spiegato il giornalista – con inviti a cena degli alti ufficiali, che a fine pasto venivano lasciati soli con la figliola più giovane e più bella di casa, a cui al termine veniva lasciato un generoso omaggio di dollari. Tutto secondo un cerimoniale preciso”. La guerra stava ormai finendo e man mano Napoli subì una trasformazione: i “guappi”, autorità riconosciuta dal vicolo, si stavano trasformando in uomini della camorra, che in virtù delle nuove tentazioni divenne sempre più organizzazione criminale, secondo il modello americano.

L'incontro con Liguoro è anche servito per mettere un punto sull'attualità, specie quella giornalistica. “I telegiornali sono cambiati molto – ha sottolineato – un processo di cambiamento naturale, ma oggi è purtroppo aumentato il grado di debolezza nei confronti della politica.

Una volta c'era uno spiccato senso di indipendenza, nonostante la vicinanza ad un determinato partito”. E sempre per l'attualità il giornalista ha dedicato un pensiero all'immagine della sua Napoli: “E' una città ricca di problemi, che dipendono da fenomeni sociali e storici. E' comunque sbagliato pensare che sia una città fatta solo di problemi negativi, ma i lati buoni, come il grande fermento culturale di cui Napoli si nutre, finiscono nelle rubriche specializzate. Napoli è una grande miniera, ma si parla solo di camorra e immondizia”.


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