- Vinitaly? Non è stata una buona annata. Almeno ascoltando l'umore di alcuni produttori della Tuscia che hanno preso parte all'edizione appena conclusa. E se i bilanci ufficiali parlano di un appuntamento riuscito a pieno, c'è chi tra i viterbesi si lamenta.
“Ho letto articoli in cui si parla del successo ottenuto nel padiglione Lazio – spiega Sergio Buzzi – ma la situazione è diversa.
La struttura era tra le peggiori di tutto il Vinitaly. Nell'area in comune mancava spazio e persino le sedie. Dovevamo usarle a turno. Non c'era bagno e aria condizionata e faceva molto caldo. La nostra area era difficile da trovare e le uniche visite ricevute sono state quelle di clienti che già ci conoscevano”.
Un quadro non proprio frizzante. O dolce. Piuttosto secco. “Ho parlato con altri produttori che sono scontenti, alcuni sono andati via anche prima – continua Buzzi – c'è stato poco tempo quest'anno per organizzare. Ma non credo che sia dipeso dalla nuova amministrazione regionale, perché gli uffici che se ne occupano sono sempre gli stessi”.
Il meccanismo si è inceppato? “I nostri vini sono migliorati, però bisogna crederci”.
Isabella Mottura, altro produttore presente a Verona, ha un punto di vista diverso. “E' stato positivo lo spazio in forma collettiva dell'enoteca provinciale – spiega – magari qualcosa è mancato, essendo il tutto realizzato in un mese e mezzo. Ma sono appunti che si possono usare in positivo per il futuro. Tutto è migliorabile.
Io vorrei ad esempio una Camera di Commercio più incisiva anche nell'evidenziare i problemi. Il punto vero è che da noi nel Lazio, il buyer importante non viene. O li incontri prima, oppure è difficile.
C'è il marchio Lazio che non emerge, è un progetto da perseguire. Mi è sembrato che nella zona della nostra regione, la Tuscia e il pontino fossero i più frequentati. Ai castelli non ho visto un gran transito”.
Carlo Zucchetti conosce le dinamiche del Vinitaly avendo organizzato l'area per diversi anni. Stavolta ha curato lo spazio dell'enoteca provinciale.
“In un mese – spiega Zucchetti – hanno fatto cose egregie. Hanno iniziato tardi. Al di là di questo mi pare che abbia funzionato tutto abbastanza bene”.
Eppure si lamenta un calo delle presenze. “E' il tipo di manifestazione che comincia a perdere di peso. Dal prossimo anno cambieranno le date e in Francia simili iniziative le fanno ogni due anni. E' un calo fisiologico. Poi la gente non passa per caso, viene se ti conosce.
Con lo spazio dell'enoteca abbiamo facilitato l'accesso di diverse aziende”.
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