- “Fini? Un traditore. Gigli? Ora starà tranquillo visto che è stato nominato presidente della commissione lavori pubblici a 80 anni. Parroncini? La smetta di fare ostruzionismo. L’Ater? Ora cambierà e non servirà più a sistemare i fratelli dei politici”.
Francesco Storace, leader della Destra, non manca di mollare qualche malrovescio a chicchessia. E’ venuto ieri a Viterbo, in una sala Gatti gremita, per presentare la proposta di mutuo sociale per la casa, ma si capisce che la sua passione è la politica. E se c’è lo scontro tanto meglio.
E questa volta, ovviamente, Storace è stato onorato da un pezzo del centrodestra. A parte Andrea Scaramuccia e Ferdinando Signorelli che hanno accolto il leader come padroni di casa. C’erano un po’ tutti gli ex aennini. Dal presidente della Provincia Meroi, al vicesindaco Enrico Contardo. E poi consiglieri comunali, militanti…
Non c’erano gli ex di Forza Italia e quelli dell’Udc.
Insomma una rimpatriata degli ex di An con tanto di baci e abbracci. Possibile ora che Storace è ritornato nella casa del padre… Berlusconi.
E ora che per tutti il grande nemico non è certo Bersani, di cui nessuno si ricorda, ma il perfido Fini, che “ha svenduto i valori della destra”. Valori che rimangono sempre quelli: Dio, Patria e famiglia…Caso Ruby permettendo, ovviamente.
Storace, con la tradizionale passionaccia politica, illustra la proposta a livello regionale di mutuo sociale per la casa.
“Questa è la vera rivoluzione – ringhia, senza che nessuno l’abbia provocato, Storace -. Si tratta di un accordo tra i cittadini meno abbienti e la regione. Anche i precari potranno così comprarsi una casa con un mutuo che prevede un esborso del 20 per cento del proprio reddito. Un mutuo che potrà durare quanto si vuole, anche trent’anni”.
E guai a chi si oppone.
“Ora l’Udc sarà tranquillo, visto che Nando Gigli è presidente della commissione lavori pubblici regionale. A 80 anni… Parroncini e il Pd dovranno smetterla di fare ostruzionismo su questo progetto di forte rilevanza sociale. L’Ater non sarà più un fatto per i fratelli dei politici…“. Come dire: hai capito Nando.
Dopo la sventagliata ad alzo zero non mancano i riferimenti alla politica nazionale.
“A chi mi domanda perché ora siamo rientrati nella maggioranza in accordo con il Pdl ricordo che siamo stati in lite con Berlusconi per un anno e mezzo, perché c’è stato un signore, che noi indicammo come infingardo e che ora tutti hanno scoperto come infingardo, che ci escluse.
Questo traditore si chiama Gianfranco Fini. D’altra parte dove dovrebbe stare la Destra. Qualcuno, Fini, teorizza le alleanze fascio-comuniste. Dovremmo stare con Bersani? Dobbiamo andare col terzo polo anche noi? Per ritrovarci con Casini, Fini, Rutelli, Lombardo. Un terzo polo che è solo una accozzaglia. Ogni voto per loro è un vantaggio per il centrosinistra”.
Una sinistra che per Storace sta “con la testa tra le nuvole”.
Si passa alla guerra in Libia.
“Nessuno capisce il perché di questa guerra. E’ stata una imposizione di Usa e Francia. Il paradosso ora è che noi di destra siamo pacifisti mentre la sinistra vuole la guerra”. E poi giù con un elogio un po’ stravaccato della politica estera di Berlusconi. Una politica “autonoma e tutta decisa da Roma, non subalterna a Usa. Una politica che non sta agli ordini degli americani”.
Ma qualcuno ha avvertito Frattini… che la sua politica estera ha queste caratteristiche. Boh…
E poi un classico: prima gli italiani e dopo gli altri.
“Dobbiamo rimodellare il sistema di assistenza ai cittadini più poveri. Facendo sì che la nazionalità italiana abbia un valore. Dobbiamo accogliere gli immigrati che scappano per fame, non c’è dubbio. E’ giusto che un paese occidentale li accolga dandogli un pezzo di pane, ma non sottraendolo ai propri figli. Perché questo altrimenti diventa dannoso. Questo sì alimenta il razzismo: l’odio del povero italiano contro il povero di colore”.
Ce n’è anche per Marchionne e la Fiat.
“Io non simpatia per la Fiom – attacca Storace quasi sarcastico -. E credo che questo sia reciproco. Ma quando la metà degli operai alla Fiat non obbediscono e non accettano un ricatto e non votano come voleva Marchionne, tutti si devono porre il problema. E allora qual è la soluzione? Ne ha parlato Marchione, ne ha parlato Sacconi: il modello partecipativo. La partecipazione dei lavoratori agli utili dell’impresa dicono loro. Noi andiamo oltre: partecipazione agli utili e alla gestione dell’impresa”.
Infine le amministrative.
“Oggi c’è la grande occasione anche per noi. Con le amministrative. In tutti i capoluoghi ci sarà la destra leale. Non ci saranno più quelli che hanno tradito i valori della destra. L’Italia può diventare una noFli zone. Libera da chi pensa che i valori siano una merce che si può tranquillamente scambiare al mercato della politica”.
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