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Paolo Esposito
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Ala Ceoban
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La difesa dei due imputati nel processo di Gradoli
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Il pm Renzo Petroselli
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Gli avvocati di parte civile Claudia Polacchi e Luigi Sini
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La corte
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- “Esposito non aveva attenzioni morbose per Elena”.
E' categorico C.D.C, amico d'infanzia di Paolo Esposito, ascoltato ieri mattina nell'udienza per il processo di Gradoli.
L'uomo che conosce l'elettricista da una vita avrebbe smentito le precedenti dichiarazioni dell'ex moglie dell'imputato, accusato del duplice omicidio della campagna Tatiana e della figlia di lei, Elena.
L'amico si è solo limitato a dire che Esposito avrebbe fatto di tutto per portare in Italia la figlia di Tatiana quando ancora era piccola. Niente di più.
Sette, in tutto, i testimoni ascoltati dalla giuria popolare presieduta dal giudice Maurizio Pacioni con Eugenio Turco.
A dare il via alle deposizioni, due carabinieri che hanno eseguito gli accertamenti nella villetta di via Canicelle con l'aiuto di cani specializzati nel fiutare esclusivamente tracce di sangue. I militari hanno passato al setaccio l'intera casa.
All'interno, i due cani hanno trovato tre tracce: una nel corridoio che dalla cucina porta all'esterno, l'altra sulla porta della cucina e l'ultima sulle scale. All'esterno, invece, ne sono state rintracciate due: una sotto un albero in cima a una collinetta, dove Esposito aveva sepolto un cane, e l'altra sul piazzale della villetta in cui si fermavano le macchine.
Poi è stata la volta dell'avvocato Oriana Catalucci. Il legale era stato assunto da Esposito nel 2007 per fare l'esposto al tribunale dei minori per la custodia della figlia avuta sei anni prima da Tatiana.
Esposito aveva deciso di intraprendere questa battaglia perché preoccupato dal comportamento della compagna. I due avrebbero firmato un accordo scritto tra Paolo e Tatiana in cui, entrambi si impegnavano a frequentare gli psicologi del consultorio del paese per un programma di mediazione familiare mirato a superare la crisi.
Venne suggerito a tutti e due di tenere un diario in cui raccontare problemi ed esperienze. Quello di Tatiana è stato acquisito agli atti, mentre quello di Paolo è in mano alla trasmissione Chi l'ha visto?.
Un impegno reciproco per superare i problemi. E che la famiglia volesse dimostrare di essere felice è confermato anche dalla deposizione di C.D.C. E' stato lui a dire, infatti, che Esposito e Tatiana andavano spesso alle feste e che spesso uscivano insieme.
Tra i testimoni anche Luigi Buzi, il sindaco di Gradoli che si era costituito parte civile a nome della bimba. Ma ieri mattina è stato ascoltato in qualità di primo cittadino.
A chiudere il giro delle testimonianze un cittadino moldavo, parente acquisito di Tatiana. L'uomo ha riferito di frequentazioni occasionali con Tatiana e la sua famiglia. Il moldavo, in realtà, avrebbe telefonato a Olga Nekifor, zia di Tatiana e Ala, la sera del 30 maggio intorno alle 20.
204 secondi che documentano il contatto tra Olga e il moldavo.
Quest'ultimo, però, ha detto di non ricordare di aver avuto contatti telefonici con la zia di Ala e Tatiana il 30 maggio.
Le difese dei due imputati avrebbero voluto approfondire la questione. Soprattutto per fare luce su un'eventuale presenza nel Viterbese dell'uomo e di Olga. Proprio il 30 maggio. Una coincidenza che, per gli avvocati di Esposito e Ala, potrebbe sollevare molti interrogativi, anche se il moldavo avrebbe affermato di non aver incontrato Olga il giorno della scomparsa.
L'udienza è stata aggiornata al 14 gennaio con l'ascolto di altri testimoni tra cui tre esponenti del Ris di Roma e alcuni consulenti informatici.
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