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| Erino PompeiCopyright Tusciaweb |
- Dopo il mancato apparentamento Pdl - Udc, il commissario provinciale del partito di Casini, Erino Pompei, prova a fare il punto della situazione e a porsi il perchè di alcune scelte.
A partire da quella del Pdl, in modo particolare Giulio Marini, nel non voler aprire almeno una trattativa, vista la disponibilità dimostrata.
Ma Pompei si chiede anche come mai Gabbianelli abbia deciso d'intemmompere la consigliatura e il perchè Socciarelli e gli altri usciti dal partito, abbiano deciso di pigiare sull'acceleratore e andarsene a poche ore da un confronto interno sollecitato da molti.
Domande cui Pompei non dà risposte, sicuro già così d'avere messo a nudo il re.
In data 07 marzo 2008 il segretario del comitato comunale di Viterbo Santucci ed il sottoscritto segretario provinciale Udc, a seguito di precedenti colloqui con Gabriella Grassini e Giulio Marini rimasti puntualmente senza riscontro, abbiamo inviato a Forza Italia ed Alleanza Nazionale, sotto forma di Pdl, una richiesta di urgente incontro al solo scopo di dare una definitiva soluzione alle continue illazioni di stampa che hanno tenuto in fibrillazione per troppo tempo il popolo di centro destra della Provincia di Viterbo.
Mi sembra utile premettere che sia la Grassini che Marini mi hanno dato ampie assicurazioni sull’opportunità di incontrarci.
Sabato 8 marzo, nel corso della conferenza stampa convocata alle ore 11.00, presso la sede dell’Udc, oltre a ribadire la nostra totale disponibilità per la ricerca di un accordo con il Pdl ed oltre alla disamina degli argomenti di criticità e di lealtà dell’Udc nei confronti della giunta Gabbianelli, abbiamo rilanciato la necessità dell’incontro e registrato la disponibilità dichiarata di Gigli a rimuovere eventuali ostacoli per la riconferma del centro destra al Comune di Viterbo.
Le risposte?
La Grassini tace e Giulio Marini con una mail di sei righe più un abbraccio il 9 marzo, liquida ogni rapporto con l’Udc affermando: “Mi vedo costretto a comunicarvi che il Pdl non farà apparentamenti con forze politiche che non si riconoscono nei valori e nell’accordo politico siglato a livello nazionale”.
Chi lo ha costretto?
Mi auguro che se lo domandino seriamente gli elettori viterbesi.
Da parte mia, tralasciando lo scontro personale fra Gabbianelli e Gigli, sul quale però Gigli ha fornito spiegazioni argomentate, non smentite da Gabbianelli e Pdl, mi limito a presentare ai cittadini di Viterbo e provincia tre spunti di riflessione:
1. che diritto aveva l’amico Gabbianelli, per motivi di ambizione personale o di inesistente crisi politica, di interrompere anzitempo la consigliatura ad un anno dalla scadenza naturale, per la quale ha avuto mandato dagli elettori?
2. perché l’amico Socciarelli e il gruppo che lo ha seguito (non certo il 70% dell’Udc) ha premuto l’acceleratore sulla fuga 24 ore prima del richiesto confronto in sede di Comitato Provinciale UDC, sollecitato da me e da gli amici (moltissimi) che sono rimasti e non già come in programma, verso Baccini, ma verso Giovanardi? Era forse un confronto temuto insostenibile?
3. perché Giulio Marini si dice “costretto” , e da chi, ad evitare un sereno e pacifico incontro con l’Udc alla ricerca di un naturale accordo, stretto peraltro in tutti gli altri centri del Lazio nei quali si va anche alle amministrative?
L’Udc le risposte le ha, ma non vuole contribuire fornendole, contribuire ad aumentare confusione e faide di stampo medioevale di cui Viterbo è stata sempre ricca.
Lasciamo le conclusioni all’intelligenza degli elettori.
A noi basta aver messo a nudo il re, perché gli elettori possano esaminarlo. Importante è che ognuno si assuma le proprie responsabilità e le conseguenze dell’irresponsabilità.
Commissario provinciale Udc Erino Pompei