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-In data 31 agosto 2007, la Direzione Aziendale ASL Viterbo con propria delibera n°1452 del 6 agosto 2007, ha decretato che entro il 30 settembre 2007, il personale laureato di tutti i laboratori analisi cliniche periferici (Osp. Tarquinia-Civita Castellana-Montefiascone-Ronciglione e Acquapendente)cesserà di effettuare le pronte disponibilità nei turni pomeridiani (dalle ore 14 alle 20) notturni (dalle 20 alle 8) e festivi (24 ore).
Prima della delibera , le analisi effettuate in emergenza dal tecnico venivano controllate e poi valutate immediatamente dal personale laureato presente e sotto la propria responsabilità, regertate con propria firma.
Il referto veniva inviato alla unità operativa richiedente che provvedeva ad instaurare immediatamente la terapia necessaria.
L’atto deliberativo in questione, introduce una figura centrale di riferimento (Dirigente laureato al laboratorio centrale di Viterbo)al quale il personale tecnico chiamato in pronta disponibilità nei presidi periferici,potrà fare riferimento solo telefonicamente per consultazione,lasciando tutte le responsabilità operative degli esami al tecnico.
C’è da ricordare che il personale del comparto (Tecnico ect)è responsabile del proprio operato ma che i dati ottenuti ed utilizzati per effettuare la terapia in urgenza, seppur ottenuti nel rispetto di protocolli operativi,non sono dei referti(laboratori non accreditati e certificati).
L’utenza in urgenza verrà così divisa in due, quella di serie A la mattina dalle ore 8 alle 14 e quella di serie B(guarda caso solo le emergenze) per le restanti ore poiché non verrà garantito lo stesso standard assistenziale.
Il personale laureato periferico verrà utilizzato per turni di servizio presso il laboratorio centrale di Viterbo e quindi per due giorni non sarà presente presso il laboratorio periferico in cui presta servizio:ciò determinerà la non funzionalità dei laboratori periferici e possibili ritardi nella consegna dei referti locali.
Ancora una voltasi colpiscono le funzionalità dei servizi ospedalieri trainanti che provvedono da sempre alle necessità immediate della utenza.
Si cerca di razionalizzare la spesa tagliando le Unità Operative periferiche senza tener conto delle produttività oggi presenti che verranno a diminuire se non a cessare (andando così a gravare ulteriormente sul deficit aziendale)
Ciò costringerà l’utenza a emigrare verso strutture private accreditate, costringendola a pagare (se ne ha la possibilità)ciò di cui ha bisogno.
Dopo i lavori di ristrutturazione degli ospedali non ripresi ai primi di settembre (come espresso dalla Direzione Aziendale e da politici regionali), dopo le continue riduzioni di personale sanitario (infermieristico e tecnico) nelle unità di degenza (2/3 unità a fronte di 4 nei turni notturni),dopo la decisione adottata di ridurre ad una unità infermieristica al pronto soccorso di Civita Castellana nei turni notturni, dopo la non copertura dei posti vacanti per vari motivi , (al CAD (centro assistenza Domiciliare) di Civita Castellana sono state ridotte le prestazioni e aumentate le liste di attesa con 34 persone con patologie croniche in attesa) crediamo vi sia un piano aziendale che si attua piano piano con unica finalità, lo smantellamento dei presidi periferici ridotti a centri ambulatoriali polispecialistici senza nessuna unità di degenza.
Le scriventi organizzazioni sindacali autonome ribadiscono il proprio no, allo smantellamento dei presidi ospedalieri periferici mascherato come risparmio senza minimamente intervenire, su capitoli di spesa molto costosi e di dubbia utilità,(vedi consulenze esterne, incarichi ed altri capitoli di spesa) che non vengono minimamente toccati anzi aumentano le uscite della Asl.
Abbiamo fatto questo comunicato stampa unitario poiché la Asl Viterbo nonostante la disponibilità di queste oraganizzazioni sindacali autonome a cercare di migliorare il servizio dato all’utenza, ha tenuto tale atto deliberativo nascosto, ha provveduto a renderlo esecutivo nel mese di agosto,senza alcun confronto sindacale, cosa grave visto che inciderà sulla organizzazione del lavoro e potrà determinare una mobilità del personale.
Viste le note sopra descritte si chiede l’intervento dei Sindaci dei comprensori dove operano gli ospedali periferici,dell’Assessorato alla Sanità della Regione Lazio, dei Partiti Politici, delle Associazioni di volontariato e di tutte quelle persone a cui interessa in modo particolare che gli ospedali periferici non siano depotenziati e infine chiusi.
Coordinamento segreterie provinciali
FSI-CISAS-COSIME-COSIADI