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Maria Assunta de Frassine
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- Con il mese di settembre riprendono i ritmi ordinari della vita delle persone e delle attività professionali e pubbliche. Il periodo del "riposo" - per quanti ne hanno avuto l'opportunità- si è concluso.
Vorrei rivolgere un augurio per una ripresa serena, coraggiosa, feconda per l'anno sociale che inizia.
Il cammino dell'estate si è concluso.
Mi rallegro ed esprimo gratitudine per tulle le iniziative volte a creare spazi di distensione, di socializzazione, di promozione, soprattutto per i ragazzi, i giovani, i disabili e gli anziani.
Un plauso va alle esperienze di oratori e ai GREST, promossi dalle parrocchie.
Sono pure iniziative preziose i "corsi" estivi di studio, di verifica, di programmazione; i "campi" per gruppi specifici e obiettivi mirati; gli "esercizi spirituali"; anche i "pellegrinaggi", organizzati come momenti socializzanti e pedagogici, hanno singolare valenza.
Evidentemente ci sono anche tante (forse troppe) proposte che hanno caratteri consumistici, dispersivi, qualche volta banali, né promozionali né educativi. E ne sono "vittime" anche esperienze ecclesiali dove folklore e mito della visibilità prendono il sopravvento e il messaggio diventa ambiguo.
Ma, accanto ai momenti che, nell'insieme, si collocano nella zona del positivo, l'attenzione non può distogliersi dai momenti difficili, dalle situazioni di crisi presenti anche in questa estate.
Basti qualche rapido cenno.
Come fatto più recente va ricordato il "turbine" che ha sconvolto il territorio negli ultimi giorni di agosto. I danni sono stati ingenti, soprattutto in alcune zone.
E molte persone, famiglie, comunità, imprese ne sono state drammaticamente segnate.
A Viterbo anche la "macchina" di S. Rosa, nella laboriosa e delicata fase di allestimento, ne è stata coinvolta e ha suscitato sconcerto e, subito, rinnovate energie -private e pubbliche- per non mancare all'appuntamento.
Per questa situazione drammatica sono sicuro che anche sul piano amministrativo, ai diversi livelli di responsabilità e di competenze, ci saranno -come annunciato- provvedimenti adeguati, soprattutto per le situazioni più urgenti e più critiche: è un vero stato di emergenza.
Accanto a questo fortunale altri fatti tragici hanno funestato il periodo estivo: gli incendi, spesso -a giudizio degli esperti- dolosi; gli incidenti stradali che hanno portato tragedie nel cuore delle case, stroncando vite giovani e travolgendo anche persone innocenti.
So che in questi, come in altri casi, scatta una risposta di condivisione, di solidarietà, di fraternità. Le comunità ecclesiali sono state sempre aperte e generose. Tutte le espressioni di vitalità vanno esaltate e devono essere incoraggiate.
Le luci e le ombre, i giorni sereni e quelli di tempesta non debbono, però, né scoraggiare né esaltare. La vita non è riducibile ad euforie né a depressioni. A ciascuno e a tutti è chiesto il senso della misura, anche ai giovani, e c'è bisogno di coraggio e di fiducia, di fedeltà e di costanza.
Mi è caro, pertanto, augurare un felice inizio di anno scolastico a tutte le componenti dell'Istituzione: dal ministro "viterbese" a tutti i responsabili, in particolare agli alunni e alle famiglie. La scuola è fattore portante della vita sociale: la comunità vi impegna energie alte e risorse.
La risposta degli alunni non può che essere puntuale, generosa, seria. L'insegnamento della religione non sarà, in merito, senza significativa incidenza con il suo specifico apporto.
Così desidero incoraggiare tutte le esperienze di educazione nella fede che, per le parrocchie e per le famiglie, costituiscono spazio privilegiato e sfida esigente per "iniziare" alla vita cristiana e per "formare" "mentalità di fede" superando facili conoscenze approssimative limitate alle tappe dei sacramenti.
E la serie degli auguri potrebbe farsi assai lunga.
Mi rivolgo a tutti: se ciascuno non diserterà il proprio compito, le comunità cresceranno sane e serene. Occorre apertura della mente e del cuore e disponibilità di impegno.
Ai cristiani non deve mai mancare la fiducia e la forza che viene dal credere in un Dio che mai disattende il cammino dell'uomo e che, in Cristo, si è fatto uomo proprio per "abitare in mezzo a noi" e guidare, anche nelle prove, la vita e la storia verso il compimento.
Per tutto questo, con affetto, invoco la materna protezione di Maria, Madonna della Quercia, la intercessione di S. Rosa, di S. Lucia e di S. Bonaventura Patroni della Diocesi- e su tutti scenda confortatrice la benedizione del Signore.
+ Lorenzo Chiarinelli
Vescovo di Viterbo