Viterbo - Santa Rosa - Al raduno dei Facchinili all'Unione, anche il ministro Fioroni
"Vi potete sentire proprietari di questa città"
di Giuseppe Ferlicca
3 settembre 2007 - ore 17,10
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Marrazzo all'Unione con i Facchini
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Marrazzo all'Unione con il sindaco Gabbianelli
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Marrazzo all'Unione con il vescovo
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I Facchini all'Unione
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I genitori di Ivan Rossi
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Fioroni con Gabbianelli
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Mazzoli
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- Può succedere che il presidente del Sodalizio si trasformi in valletto.
Quando si parla del Facchini di Santa Rosa, tutto è possibile.
Così, questo pomeriggio al teatro Unione, per il raduno prima del giro delle sette chiese, il presidente Capoccioni, dopo avere salutato i suoi uomini, si è trasformato in un perfetto uomo di spettacolo, presentando gli ospiti che sono venuti a salutare e incoraggiare i Facchini.
L’Unione per un’ora si è colorata di bianco e di rosso. I loro colori. Già alle 14 in molti sono in Piazza Verdi, i primi saluti, le prime battute. Mentre si aspettano i compagni e le autorità.
Oltre al sindaco Gabbianelli, il presidente della Provincia Mazzoli, assessori, consiglieri, vescovo e direttore Asl, ci sono anche il ministro Fioroni e il presidente della Regione.
Dentro, Laura Allegrini e qualche altro politico, per ripararsi dal sole che picchia. Arrivano Marrazzo e Fioroni.
Si comincia. Una cerimonia per lunghi tratti emozionante, spesso interrotta da applausi, come quando il capo facchino Rossi ha salutato in sala i genitori di Ivan Rossi, il bagnino che ha sacrificato la sua vita per salvare persone che rischiavano d’annegare. A lui sarà dedicata la girata in Piazza del Comune, insieme a Giuseppe Mascolo e al ricordo del 750esimo anniversario dal primo trasporto del corpo di Santa Rosa. Oltre a Giuseppe Zucchi, ideatore di Volo D’angeli scomparso di recente.
E che quest’anno sarà insieme ai Facchini, con il ciuffo numero trentadue, dove tanti anni fa aveva cominciato. Il figlio Luigi ha consegnato all’attuale numero trentadue una foto del padre. “La tieni tu ha detto stasera il trionfo di Ali di Luce sarà anche il trionfo di Volo d’Angeli.
Da quando la tromba d’aria ha colpito il traliccio, mi sono sentito molto vicino a costruttore e facchini, ho anche scritto una lettera a Tusciaweb per testimoniarlo. Oggi Ali di Luce, come un’araba fenice è rinata, perfetta per spiccare il volo”. Anche il sindaco Gabbianelli ha ricordato il duro lavoro, nei giorni successivi alla tromba d’aria.
“E’ stata dura osserva ma ce l’abbiamo fatta, assicurando un trasporto in tutta sicurezza”. E quando ringrazia Contaldo Cesarini e Mauro Cappelloni, scatta la standing ovation. Tutti in piedi ad applaudire.
Come per Sandro Rossi, al suo primo trasporto da capo Facchino. “Quello che è successo dice è ormai passato. Grazie al sentimento di tutti i viterbesi”. Difficile anche per lui non commuoversi. “Il trasporto è dedicato a tutti viterbesi”.
Il ministro Fioroni svela che ha saputo del crollo di Ali di Luce attraverso un sms. “Si possono fare tante esperienze ricorda ma la cosa più bella è poter stare qui. Alla maturità di quest’anno c’era la versione di un brano di Seneca, che dice come ciascuno è proprietario di ciò che dona. E voi il tre settembre donate così tanto, che vi potete sentire proprietari di questa città”.
Entusiasta e curioso, il presidente della Regione Marrazzo. “Anche quest’anno accadrà un piccolo miracolo osserva voi e Viterbo stasera sarete una sola cosa”. Poi dona due targhe ricordo a Rossi e Capoccioni.
Il presidente del Sodalizio, ritornando al 23 agosto: “Abbiamo avuto paura, ma di non poter portare la Macchina”.
E mentre il vescovo ha raccontato l’amore che lega i Facchini e i viterbesi alla loro Santa, Mazzoli ha ricordato come tutti gli occhi della città stasera sono per loro. “Oggi parla il cuore e la passione. Oggi parlate voi”. Ma è già tempo di andare. Tutti fuori, classica foto di rito e si parte per il giro delle sette chiese. Riprendendo il tradizionale giro. La corona al monumento in Piazza della Repubblica.
A Sant’Angelo, quindi Santa Giacinta con la tradizionale foglia beneaugurate, Palazzo Papale, poi Santa Maria Nuova, i Caduti, alla Trinità, colma di gente come non mai, per intonare la canzone in onore della Madonna Liberatrice. Poi San Francesco.
Al passaggio dei Facchini, da un balcone sono volate centinaia di rose che hanno raccolto. Quindi, Santa Rosa, dove tutti i Facchini sono passati davanti alla Santa per salutarla. "Vi siete mai domandati - ha detto il vescovo Chiarinelli - perché fate il giro delle sette chiese? Per raccogliere lo spirito della città".
Ma la giornata per i Facchini è ancora lunga.
C'è il ritiro, prima un breve saluto anche alla chiesa della Crocetta.
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