Riceviamo e pubblichiamo - Quando nel 1936 si ritenne opportuno procedere alla realizzazione di un terzo aeroporto militare nel Lazio, oltre ai già esistenti aeroporti militari di Ciampino e Guidonia, l'ubicazione di tale struttura a nord della città di Viterbo parve la più favorevole per "la bellisssima posizione geografica al centro-ovest del territorio nazionale, dalla quale, con lo stesso tempo di volo si possono raggiungere tutte le regioni situate sia a nord che a sud, come pure le isole, per il clima e le condizioni metereologiche che permettono di effettuare qualsiasi operazione aerea nell'arco medio di 350/365 giorni l'anno" come si legge in un'intervista rilasciata nel 1938 dal T.Col. Vezzini.
La scelta del ministero dell'Aeronautica di localizzare l'aeroporto a Viterbo trova ulteriore giustificazione nel fatto che, già negli anni Trenta, Viterbo era ottimamente collegata con il nodo ferroviario di Orte e con il porto di Civitavecchia.
Il 7 ottobre 1936 il Capo di Gabinetto del Ministero degli Interni Biondi, invia a sua eccellenza il Prefetto di Viterbo il seguente telegramma: si comunica E.V. che per conto Ministero Aeronautica sono in corso appalti per aggiudicazione lavori Aeroporto codesto capoluogo per ammontare lire undici milioni ottocento mila.
Lavori saranno iniziati prima 28 ottobre corrente. Capo Gabinetto Interni Biondi".
Il giorno 18 dello stesso mese la ditta "imprese di Costruzione Fratelli Vaselli" assume oltre 360 operai per la costruzione dell'installazione aeroportuale. Un anno dopo, nell'ottobre 1937, in Contrada Bussete, l'Aeroporto era completato
IL COMITATO PER L’AEROPORTO DI VITERBO