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| Ali di luce
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Riceviamo e pubblichiamo - Il 27 settembre prossimo alle 17,00 presso la Sala Consiliare di Palazzo dei Priori si terrà una conferenza, supportata dalla proiezione di materiale multimediale, sul tema “Per Santa Rosa, Avanti”:
“Nell’ambito della conferenza, che sarà introdotta dal sindaco Gabbianelli - spiega la relatrice dell'incontro, Beatrice Ceci - verranno trattati i diversi aspetti che ruotano attorno alla “figura” della Macchina, con riferimenti ad altre manifestazioni di carattere religioso / folcloristico / popolare.
Si porrà in evidenza il ruolo del simulacro della piccola Santa come legame con il Divino e quello dei fedeli/spettatori e dei Facchini che fungono da coro e da officianti in quanto “portatori” del simbolo, ma anche l’integrazione profonda tra aspetto sacro ed aspetto profano della “festa”, partendo dall’epoca barocca nella quale, attraverso l’opera dei gesuiti proprio la “festa” serviva da mezzo veicolare di promozione religiosa, per arrivare all’epoca ed al soggetto attuale: processione religiosa con reliquia e trasporto del simulacro in due giorni distinti, ma perfettamente integrati come in un “unicum temporale”.
Parleremo delle le variazioni stilistiche scenografiche della Macchina rispetto alle mode, alle fogge del tempo con le relative influenze da parte di architetti e pittori e concentreremo l'attenzione sulla Macchina come mezzo di comunicazione e mediazione: espressione di amore puro, che travalica qualsiasi forma religiosa o credo, amore che la città porta per la propria Santa, per se stessa e per tutti coloro che ne vogliono far parte e che riescono a percepire, al di là degli sguardi d’orgoglio di ogni singolo Facchino, il sentimento di interezza e di “unicum” con la stessa Viterbo".
Beatrice Ceci, modenese, ma ormai viterbese a tutti gli effetti, ha discusso la sua tesi Accademia di Belle Arti di Bologna, discutendo una tesi di laurea ampiamente argomentata sulla Macchina di Santa Rosa: un vero e proprio amore con la festa di Viterbo , che così descrive: “E’ lo specchio nel quale si riflettono i volti dei cittadini, nei quali chiunque può scorgere, ad un più attento esame, lo sguardo di un Facchino, dentro, in un adamantino cuore trasparente.
L’ultima Macchina, che con il colore argenteo funge da specchio nei confronti delle vie cittadine, delle case, delle persone, probabilmente intende rendere in maniera reale quello che è palese per ogni viterbese, quello specchio simbolico nel quale si riflette e che fa pensare: “Ci sono anche io, anche io trasporto la mia santa” e che lo fa partecipare, con maggior enfasi, all’urlo corale di liberazione: EVVIVA SANTA ROSA!”