- Si è conclusa a Canepina, per la settimana della cultura promossa dalla Comunità montana dei Cimini e patrocinata dalla regione Lazio e dalla provincia di Viterbo, la manifestazione Rosejazz.
Nella splendida cornice del chiostro del Museo delle tradizioni popolari, Umberto Sangiovanni e la Daunia orchestra hanno regalato, al numeroso pubblico presente, un’inconsueto incontro tra jazz, melodie popolari e canzone d’autore, con momenti di altissimo valore musicale.
Sono stati proposti i brani del loro ultimo lavoro discografico, coprodotto con Rai Trade, “Calasole”, eseguiti con eccezionale passione e forza artistica.
Componimenti che hanno saputo proiettare gli spettatori nelle splendide atmosfere mediterrane evocate da brani come “Craje” e “Sole Rosso”, un’ascolto impreziosito dalla calda e meravigliosa voce di Serena Caporale e dalla frizzante sonorità del sax soprano di un’ispiratissimo Simone Salza.
Fondamentale, nell’esecuzione latin-jazz di Annamurarj e Maddalena, la trascinante sezione ritmica, con Massimo d’Agostino alla batteria e Stefano Nunzi al contrabbasso. Ma su tutto l’album, la poesia e la creatività musicale del maestro Umberto Sangiovanni, pianista pugliese di formazione jazz e compositore.
Così “Calasole”, “La Meddica” e “La Calandredda”, hanno concluso fondendosi con alcuni richiami del primo cd “La Controra”, come “Lu' mare dà” e “All'Amereca”,una performance di grande livello artistico, il vero grande valore del concerto.
Sangiovanni al pianaoforte, proponendo una stupenda varietà di arrangiamenti, è riuscito facilmente a dare significato e chiarezza ai difficili testi, per la maggior parte in stretto dialetto pugliese, e ad impreziosire un’ascolto che si lasciava condurre sui sentieri e nelle grandi distese della terra della Daunia, la parte settentrionale della Puglia. Un paesaggio ricco di forti contrasti così come il dialetto, un miscuglio d’arabo, slavo e campano, testimonianza delle tante dominazioni subite da questa terra, bruciata dai raggi del sole e falciata dal vento del sud.
Une serata che non si dimenticherà facilmente, un momento di spettacolo che ha proposto anche spazi di riflessione e di approfondimento sui temi dell’ integrazione e dell’ emarginazione, così sensibili all’artista foggiano.
L’intero album Calasole è dedicato infatti all’impegno e alla grande personalità di Giuseppe Di Vittorio, bracciante e portavoce di braccianti, personaggio che rappresenta e sintetizza al meglio la grande capacità, difficile da raggiungere, di saper ascoltare gli altri, di comprenderne le ragioni, scoprendo i propri diritti, per difendere quelli di tutti.
Da segnalare che il brano Calasole, tratto dal cd omonimo, è stato scelto dal regista Ferzan Ozpetek, quale colonna sonora della campagna televisiva e cinematografica a favore dell’associazione Italiana per la ricerca sul cancro.
Questo di Canepina è statpo l’ultimo appuntamento della rassegna 2007, curata dall’associazione Culturale musica e territorio di Viterbo, che ha toccato nei mesi esitvi tante ed importanti manifestazioni della tuscia: Orte Music Festival, Giovani in Villa (Sutri), Est Film Festival (Montefiascone), Settembre Viterbese e Viterbo Jazz Festival.