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G.Battista Martinelli
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Riceviamo e pubblichiamo
- Dopo oltre trent'anni è stata varata la riforma della previdenza agricola.
Venerdì scorso governo, sindacati e organizzazioni imprenditoriali hanno firmato il pacchetto welfare per l'agricoltura, scomparso dal protocollo del 23 luglio.
Prodi aveva dichiarato che il protocollo sul welfare era inemendabile, mentre l'accordo sull'agricoltura dimostra che lo è.
Un settore, quello dell'agricoltura, che interessa quasi un milione di lavoratori, di cui il 30% degli occupati è al nero e un ulteriore 20% è in qualche modo al grigio. Il pacchetto di misure sarà inserito nella prossima Finanziaria e scatterà dal 2008 con uno stanziamento di 140 milioni di euro.
La riforma, che è finalizzata a favorire l'emersione del lavoro nero e a consolidare l'occupazione, prevede un indennità di disoccupazione pari al 40% della retribuzione commisurata alle giornate effettivamente lavorate e varrà anche ai fini pensionistici, con l'accesso minimo di 51 giornate.
È stata estesa la cassa integrazione alle crisi di mercato, settoriali e territoriali. Viene rilanciata la formazione continua per gli operai agricoli sinora esclusi.
Sono previsti premi per le aziende che investono in sicurezza sul lavoro e a chi stabilizzerà i lavoratori, chiamando gli stessi utilizzati l'anno precedente.
Inoltre, soltanto le aziende in regola con il versamento dei contributi previdenziali potranno avere accesso ai fondi comunitari.
Non possiamo che ritenerci soddisfatti per il merito e per il metodo con il quale è stato ottenuto che mette la nostra categoria nella condizione di presentarci alla consultazione sul protocollo del 23 luglio con la convinzione che il referendum produrrà una netta approvazione da parte delle lavoratrici e dei lavoratori.
Il segretario generale Cgil - Viterbo
G.Battista Martinelli