- Le proteste dei consumatori sull’aumento dei costi della pasta preoccupano i produttori. E accanto alle proteste ci sono i rincari delle materie prime ed una competizione sempre maggiore.
Confartigianato imprese di Viterbo, che rappresenta anche le aziende produttrici di pasta fresca, interviene facendo notare come l’aumento del prezzo del prodotto finale non è una mossa speculativa della maggior parte degli artigiani ma è una conseguenza dell’aumento della materia prima.
Da una parte, infatti, la domanda mondiale di frumento è in aumento e dall’altra c’è una diminuzione della produzione in molti paesi, tra cui anche l’Italia, soprattutto per fattori climatici.
Ma non c’è soltanto l’aumento della materia prima a preoccupare l’Associazione di categoria viterbese.
Il presidente Stefano Signori spiega come ci sia da una parte la grande distribuzione che fa pressioni per non scaricare sul prezzo del prodotto finale gli aumenti e dall’altra il fisco sempre più esigente che rende la vita dei nostri produttori sempre più difficile.
Poi c’è l’export che, per effetto della nascita di una produzione nazionale in diversi paesi, sta diminuendo.
La domanda estera per la pasta made in Italy, infatti, si è ridotta negli ultimi anni.