Riceviamo e pubblichiamo - Tanto è stato il disgusto e la rabbia che ho provato martedì 18 settembre quando, aprendo i quotidiani locali, ho letto che il presidente del consiglio comunale di Tuscania un certo Regino Brachetti, nel consiglio straordinario di venerdì 14 settembre ha chiesto la revoca dell’incarico ad Augusto Quercia, responsabile del servizio di prevenzione e controllo sanitario degli ambienti di lavoro della Asl, reo di aver redatto 5 multe ad aziende che operavano in violazione delle norme di sicurezza nel suo comune, colpito dalla tromba d’aria che ha causato ingenti danni.
Ho atteso sino ad oggi speranzoso che qualche voce (che non fosse la solita) si elevasse per esprimere indignazione contro lo strapotere e l’arroganza di questo uomo politico che si scaglia contro l’operato di un dirigente onesto e coscienzioso, che di fronte alla mattanza quotidiana di morti bianche opera, pur nella limitatezza dei mezzi, con dedizione e professionalità, cerca di prevenire e fare rispettare le leggi senza alcun condizionamento.
Purtroppo, l’attesa è stata vana, questo ventre molle, questo muro di gomma, questo putrido stagno non ha prodotto nessun suono.
Che strano Paese il nostro!
Eppure il contatore della guerra del lavoro oggi 20 settembre ore 16 segna 756 morti, 756.120 infortuni, 18.903 invalidi.
Lutti, dolori che rimarranno sulla pelle come cicatrici.
Sembra di trovarmi davanti a una storia che non ha volto, ma è un campo lungo che raccoglie, proprio come un sacco, volti e sguardi di tante vite spezzate, famiglie distrutte e non mi resta che seguire quelle voci che urlano controvento e chiedono giustizia.
Dove sono le istituzioni? abbiamo in questa provincia un prefetto?, un Presidente dell’amministrazione provinciale? I partiti ?
Nemmeno gli accorati appelli del nostro Presidente della repubblica e del Papa sono riusciti a risvegliare dal torpore le coscienze, ancora sono tantissimi i sordi al problema sulla sicurezza nei posti di lavoro.
Il lavoro sommerso, la mancanza di sicurezza, lo sfruttamento dell’immigrazione devono diventare un disvalore abbiamo bisogno di radicare una cultura della legalità, della sicurezza e della promozione del buon lavoro e della buona impresa.
Il valore sociale del lavoro può e deve tornare ad essere un tema centrale dell’informazione in Italia.
Non vorrei pensare che questa insulsa posizione dell’ex assessore regionale abbia dei secondi fini, sarebbe opportuno che la stampa approfondisse meglio l’accaduto.
Comunque vergogna!
Speriamo che questo episodio rimanga una estemporanea e disattenta difesa d’ufficio di interessi privati a scapito della salvaguardia dei rischi e del diritto alla salute di tutti, la Cgil vigilerà attentamente.
Giovambattista Martinelli
Segretario generale Cgil