Riceviamo e pubblichiamo - Sempre più gravi le difficoltà a carico degli ospiti delle residenze sanitarie assistite del Lazio.
Com’è noto la delibera della Giunta regionale del Lazio n. 98/2007 ha gravosamente aumentato la retta giornaliera a carico degli ospiti con importi inauditi e insostenibili.
A titolo di esemplificazione: un anziano che in precedenza corrispondeva ad una struttura tipo una quota mensile di circa 880 euro, per le spese di natura alberghiera, ora si ritrova a pagare una quota variabile dai 1250 a oltre 1800 euro, in base ai parametri del reddito personale e della fascia assistenziale cui è destinato.
E’ questo un gravoso problema che riguarda tutta la realtà laziale. La Provincia di Viterbo è anch’essa fortemente investita da questa manovra di “rimodulazione” che la Giunta regionale del Lazio, appunto con la delibera 98/2007, ha intrapreso.
Le 11 residenze sanitarie assistenziali distribuite in tutta la tuscia, con particolare presenza nell’area del capoluogo risultano coinvolte.
I circa 750 ospiti presso esse ricoverati, si vedono pressati in maniera assurda e insostenibile dai nuovi importi economici che la regione Lazio intende incamerare nelle sue competenze contabili, in virtù di un “Patto per il risanamento, lo sviluppo, il riequilibrio e la modernizzazione della sanità nel Lazio”.
Tale formulazione altisonante e retoricamente mistificatoria giunge invece quale intento di imbarbarimento di una politica socio-assistenziale che priva i soggetti più bisognosi della possibilità di ricevere ospitalità, assistenza medico infermieristica e cure riabilitative adeguate alla loro condizione.
Non va dimenticato, a tal proposito, che la tipologia degli ospiti delle residenze sanitarie assistenziali riguarda soggetti in età senile, disabili di varia natura, soggetti portatori di handicap, spesso in condizioni di marginalità sociale.
L’aspra critica che è lecito rivolgere agli estensori dell’atto deliberativo concerne in primis l’onere economico, e a seguire le diffuse confusioni che la deliberazione sta ingenerando nell’interpretazione dei soggetti ad essa sottoposti. Assistiti, aziende sanitarie, direzioni amministrative delle Rsa, comuni e le stessa regione Lazio discutono sul testo senza addivenire ad una comune lettura in grado di dirimere dubbi, incertezze, dilemmi e conflitti che ormai da alcuni mesi caratterizzano gli animi e l’emotività di tutti.
Sono state indette numerose riunioni assembleari che hanno visto familiari, ospiti e numerose altre rappresentanze che invocano chiarezza nel testo di legge, e soprattutto una profonda revisione dei criteri che la Giunta regionale del Lazio ha assunto in maniera assurda e fuori da ogni ragionevole logica dell’assistenza, soprattutto nei termini economici.
Va ricordato che i comuni del viterbese, tenuti alla compartecipazione della spesa per la parte non sanitaria, così come previsto dalla Dgr 98/2007 per gli utenti sotto una particolare fascia di reddito hanno difficoltà a sottoscrivere il loro impegno economico.
I giorni trascorrono.
Sempre più marcatamente le amministrazioni della Rsa si vedono costrette ad esigere la corresponsione delle rette con effetti retroattivo dal mese di maggio.
Caro presidente Marrazzo, dal momento che il suo slogan elettorale era ”una regione di tutti, nessuno escluso”, se lo ricordi e per il bene di molti cittadini della regione Lazio sospenda la delibera 98/2007.
Nel frattempo gli animi sono sempre più caldi. E’ in corso la costituzione di un comitato provinciale dei rappresentanti dei familiari delle Rsa della tuscia che già annunciano una dura e sentita lotta avverso via della Pisana per far sentire la loro giusta protesta e le loro ragioni.
Auguriamoci, caro Presidente Marrazzo,che venga rotto il silenzio su questa incresciosa vicenda e si ricorra al buon senso ed alla ragionevolezza per risolvere questo importante problema che purtroppo grava sulle categorie più deboli.
Francesco Battistoni
Forza Italia