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Viterbo - Targa per il fermo di Volo d'angeli - Scrive il figlio di uno dei facchini del '77
"Ricordate chi rischiò la vita sotto la Macchina"
1 settembre 2007 - ore 0,30
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Ali di Luce a San Sisto
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Riceviamo e pubblichiamo - In riferimento alla targa che il Comune di Viterbo ha deciso di apporre per ricordare il fermo del Volo d'angeli di Zucchi, vorrei ricordare solo una cosa.
In qull'occasione mio padre, Nazzareno Serafini, ciuffo alla quarta fila, terminò la sua carriera di facchino, non per propria scelta, ma a causa delle fratture vertebrali che riportò nel breve tragitto che compì la Macchina.
Mio padre come altri facchini riportò danni fisici che avrebbero potuto essere ben peggiori, ma grazie a Santa Rosa così non fu.
Pochi anni fa mio padre venne convocato dal Centro traumatologico ortopedico di Roma (dove venne ricoverato a seguito delle fratture per il trasporto), per verificare l'evolversi della patologia a distanza di anni.
Mi farebbe piacere che in occasione dell'inaugurazione della targa venissero ricordati uomini come mio padre che, anteponendo l'amore per Santa Rosa a quello per se stessi, hanno rischiato la vita, anche se ora nessuno si ricorda più di loro, talvolta neanche i facchini stessi!
Paolo Serafini
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