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Viterbo - A quarant'anni scoperta una targa ricordo
Quando Volo d'Angeli si fermò
1 settembre 2007 - ore 17,00
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| Volo d'Angeli |
-Poco tempo per costruirla, problemi al traliccio portante che si piegò alla partenza e qualche contrasto tra i facchini. Fu così che Volo d’Angeli, arrivata in Via Cavour, di fronte a palazzo della Provincia, finì il suo trasporto.
A ricordare quei momenti, Luigi, il figlio del costruttore Giuseppe Zucchi, questa mattina alla cerimonia d’inaugurazione della targa che ricorda quei drammatici momenti, scolpiti nella memoria di tanti viterbesi.
"Ero appena un ragazzo - ha detto Lugi - e ricordo quel momento ancora con un'emozione fortissima. Vorrei dire grazie anche ai facchini che, in quella tragica situazione, rimasero sotto la Macchina, evitando sicuramente tragiche conseguenze”.
Succedeva quarant’anni fa. La Macchina di Santa Rosa si appoggiò sul palazzo della Provincia di Viterbo e non ripartì.
Questa mattina quei momenti sono stati rivissuti, apponendo la targa nel punto in cui i facchini, stremati dal peso, decisero che il trasporto quell’anno non si sarebbe concluso.
All’angolo tra Via Cavour e via fontanella di Sant’Angelo.
Quella macchina l’aveva costruita Giuseppe Zucchi e le aveva dato nome “Volo d’angeli”.
Oggi a mezzogiorno è stato tolto il telo, rigorosamente gialloblu, che copriva la targa.
Ad assistere c’era il primo cittadino del 1967, Salvatore Arena, la moglie del costruttore scomparso, Mafalda Rumori e il figlio Luigi, insieme a Giancarlo Gabbianelli, il presidente della Provincia Alessandro Mazzoli, il costruttore e l’ideatore di “Ali di Luce”, Contaldo Cesarini e Raffaele Ascenzi, lo storico Mauro Galeotti, un gruppo di facchini d’oggi e di ieri, con alcuni assessori comunali, compreso Giovanni Arena, figlio di Salvatore.
La targa è stata fissata sotto ai ganci utilizzati per tenere fermo il “Volo d’angeli”, un particolare ricordato dal sindaco Gabbianelli.
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