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| Ugo Gigli |
- In lista sì, capolista no.
Dopo il rifiuto di Ugo Gigli ad appoggiare la lista per le primarie di Giuseppe Parroncini, emergono nuovi dettagli sulle motivazioni.
All’ex assessore provinciale erano state aperte le porte della lista Parroncini, in quanto a Viterbo rappresenta l’ala rutelliana della Margherita, è esponente del partito e ha ricoperto un ruolo importante nell’amministrazione provinciale.
Quindi era il benvenuto. Fin quando non ha posto la condizione di voler essere capolista.
Al che gli è stato proposto di discutere alcuni nomi di persone a lui vicine, da inserire in lista.
Ma pare che Gigli abbia preferito insistere sulla sua richiesta e poi eventualmente ragionare del resto. Un atteggiamento che Parroncini & co hanno reputato non in linea con i principi che hanno ispirato la lista. Rinnovamento e pluralismo, mal si conciliano con un’idea di rivalsa per quanto avvenuto in Provincia. Insomma, il veto posto, proprio non è piaciuto.
Condizioni inaccettabili e da qui la rottura. Una versione dei fatti confermata anche da Giulia Arcangeli. “Ugo Gigli dice - ha avanzato richieste che esulano dai criteri che hanno ispirato la nostra lista. La condizione prendere o lasciare non c’è sembrata rispettosa dei principi improntati di rinnovamento, pluralismo, ambiente e innovazione, cui la lista s’ispira”. Quindi si è consumato lo strappo.
Ma le liste per le primarie del Pd riservano altre sorprese. Come quella di Severo Bruno, che ormai quasi certamente si candiderà, pare in buona posizione, con Giuseppe Parroncini.
Mentre per il ritorno di Bengasi Battisti sotto l’ala del Partito Democratico, sembrerebbe che a convincere il consigliere provinciale, sia stata la garanzia della terza posizione nel listone.
Dopo il ministro Fioroni e un’esponente femminile.