Riceviamo e pubblichiamo - Come è giusto che sia una bella lettera che fa meditare merita una risposta.
Sono d’accordo con il signor Baldacchini quando parla di progettualità. Ne ho parlato anche io in altre lettere a questa redazione. Ma oggi non mi sembra che sia mancante in chi vuole fare l’aeroporto a Viterbo.
Chi vuole l’aeroporto sa bene che è il motore per rendere appetibile la città, almeno a Roma. Perché noi viviamo in relazione a Roma prima di tutto.
Ma procedo con ordine e parto dalle critiche del signor Baldacchini, tese a dimostrare che l’aeroporto non sia tutta questa panacea per Viterbo.
Fare un aeroporto non è mai stato un fattore determinante per lo sviluppo delle piccole realtà?
Forse chi scrive questo non tiene in debito conto tutto l’indotto che si potrebbe creare, e delle centinaia di viterbesi che potrebbero lavorare, sia nella sua costruzione (visione a medio termine come quella della semplice costruzione della centrale di Montalto) sia nella sua manutenzione, supporto (terziario) e normale attività (visione a lungo termine).
Un’altra considerazione peraltro debole è che lo sviluppo turistico della città non c’è mai stato?
Dico debole perché dalla lettera non si capiscono quali siano le reali cause di questo.
Secondo me ce ne è una principale, che non è da ricercare in mancanza di progettualità.
Semmai nell’essersi accontentati, per decenni, delle migliaia di “turisti forzati” (i giovani di leva) e relative famiglie che venivano in città. Nella provincia invece non è così, basta farsi un giro per il lago di Bolsena per esempio.
Il signor Baldacchini poi si sofferma sul quadro, a suo dire più ampio, che dovrebbe farci desistere dal costruire un aeroporto a Viterbo (o in qualsiasi altra parte del mondo a questo punto).
Il futuro del pianeta nel quadro del cambiamento climatico. A parte che su questo c'è un dibattito mondiale in atto, ma a me sembra fuori luogo parlare del futuro del pianeta a chi non ha da mangiare!
A Viterbo non c’è lavoro, signor Baldacchini! Cosa vuole che interessi a chi ha poco per vivere ed è costretto a lavorare fuori da Viterbo, se forse e dico forse, si inquina il mondo?
Veramente crede che ci sia lavoro per i giovani nella nostra città?
Lo sa come ci rispondono i paesi del secondo mondo quando noi del primo facciamo considerazioni ecologiste sulla loro produzione? Ci rispondono che lo diciamo per limitare le loro produzioni e vendere la nostra tecnologia!
Ci chiedono dove eravamo quando erano le nostre fabbriche a inquinare il mondo ed i ragazzini venivano sfruttati? All’immobilismo perbenista preferiscono il lavoro, sporco maledetto e subito, perché la pancia si deve riempire. E sono le stesse considerazioni che mi dispiace farebbe qualsiasi persona in una zona depressa, e Viterbo è tra queste.
Comunque il ruolo del traffico aereo non sarà ridimensionato perché senza di esso sarebbe impossibile muoversi in nazioni come gli Usa o la Cina o l’India, e tanto meno in Europa.
Ancora nella lettera si afferma che l’alta velocità eliminerà il traffico aereo sulle brevi distanze intaccando anche quelle medie.
Ora vorrei sapere quali sono le medie, visto che per andare a Bruxell da Roma (3000 km) ci vogliono due ore a Milano (600km) 50 minuti e di certo il treno anche il più veloce ci mette più tempo.
Dire che la direzione della politica europea quella di ridurre il traffico aereo fa sorridere, anche se ci fosse qualche documento che ne parlasse, perché è indispensabile per i movimenti interni all’Unione.
Ma torniamo a parlare di Viterbo.
Si dice che pochi imprenditori viterbesi sono a favore dell’aeroporto per loro legittimi interessi.
Di certo non quelli che hanno finora spadroneggiato in città e che l’hanno resa per quello che vediamo tutti i giorni, spartendosi pezzi della stessa.
Perché avere un aeroporto vuol dire fare gare europee! Vuol dire mettersi in gioco con realtà imprenditoriali nazionali ed internazionali! Chissà poi perché tutte le organizzazioni datoriali si sono dichiarate a favore?
Lascio perdere il discorso sul Psr (Piano di sviluppo rurale) perché non è quello lo strumento per fare un aeroporto.
Io credo che l’aeroporto sia il casus belli per avere altro.
Sono convinto che solo quando ci sarà un vero motivo d’utilità per Roma allora avremo trasporti veloci, superstrade e quant’altro. Altrimenti, e qui la storia locale ce lo insegna, non avremo niente! Noi dipendiamo da Roma non c’è niente da fare!
Mi sembra che ancora una volta ci si trovi come 50 anni fa, quando qualcuno non volle il passaggio della A1 nella nostra città.
Gli argomenti erano meno ecologisti di oggi ma altrettanto miopi. Pensate a quale sviluppo avrebbe avuto la nostra città, come è avvenuto dove è passata in questi anni!
E parlo di lavoro parlo di benessere sociale non parlo di margheritine e foche da salvare!
Cordialmente
Luigi Tozzi