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| Pietro Bevilacqua |
Riceviamo e pubblichiamo - Leggo di un convegno organizzato dal comitato che si oppone allo scalo aeroportuale viterbese, che si terrà venerdì 21 dicembre presso la sala delle conferenze dell'Amministrazione Provinciale.
A questo convegno, che probabilmente ci spiegherà le ragioni per cui l'aeroporto a Viterbo non si deve fare parteciperanno il magistrato Ferdinando Imposimato, una delle personalità più illustri delle istituzioni italiane; Mauro Mocci, medico, esperto di patologie derivanti da inquinamento; Marinella Correggia, saggista, autrice di molti libri, esperta di temi ambientali.
Oibò, io pensavo che invece venissero i parlamentari europei che hanno firmato la petizione al ministro per non realizzare l' aeroporto a Viterbo (non gli aeroporti in generale, solo quello di Viterbo).
Mi faccio una domanda, conoscendo un po' l'iter di queste prese di posizione, cioè; si crea un comitato, si politicizza, si cercano dei parlamentari o delle fonti autorevoli che diano visibilità e gli si fa firmare una lettera, magari senza neanche leggerla.
Vorrei invece fare alcune domande a Peppe Sini, che mi pare sia a capo di questo comitato:
1) I parlamentari firmatari, sanno dove è ubicato Viterbo? Cioè sanno che è nel Lazio e non in Lombardia per esempio? Perché mica lo sanno tutti dove sta.
2) Perché non vengono a dirci qual è l'alternativa di sviluppo del territorio in termini di crescita economica e occupazionale?
3) Abbiamo capito male o questo comitato, formato da autorevolissimi esponenti, vuole trasformare la città di Viterbo in un grande dormitorio dove il trasporto pubblico su rotaia debba servire a trasportare i pendolari a Roma, condannando le generazioni future ad una migrazione forzata?
Io credo, invece, che questa volta i viterbesi non sono stati colpiti dal loro solito torpore.
Questa volta sono assolutamente determinati: l'areoporto sarà il banco di prova e ci aiuterà a capire chi veramente, e non solo oggi ma da sempre, ha voluto che Viterbo fosse relegata nel più profondo oscurantismo, condannandola all'emarginazione.
Questa volta i viterbesi non ci stanno a essere condannati alla fame come vorrebbero alcuni parlamentari europei che non sanno neanche dove sta Viterbo!
I commercianti viterbesi sono pronti a lottare a fianco di chi vuole per la città un vero sviluppo e un futuro sereno per le nuove generazioni.
Pietro Bevilacqua
Delegato Ascom - confcommercio
Per la città di Viterbo