Riceviamo e pubblichiamo
- In merito alla nuova sede dell’Ipsia di Acquapendente, sono pienamente d’accordo con il giovane segretario provinciale dei Ds Andrea Egidi, nel ritenere che la ricerca della verità e la ricostruzione più obiettiva possibile dei fatti, costituiscano un motivo più che sufficiente per tornare a soffermarsi sull’argomento.
Tutto sommato, quindi, l’uscita di Andrea Egidi cade a proposito, perché mi permette di chiarire, una volta per tutte, spero, e in maniera esaustiva, il comportamento che ho tenuto in funzione del ruolo che ho rivestito all’interno dell’istituzione provinciale.
Prima però voglio esprimere tutta la mia gratitudine a quanti hanno collaborato per cogliere questo obiettivo, devo dire in tempi molto rapidi per un’amministrazione.
Un sincero grazie, quindi, ai presidi degli istituti scolastici per la loro disponibilità, ai progettisti, ai dirigenti (Pecorelli e Quintarelli) e al personale dell’amministrazione provinciale, per aver saputo dare una risposta concreta alla decisione presa in prima istanza dal presidente e dall’assessore alla pubblica amministrazione Erino Pompei - insieme alla giunta provinciale.
Entrando nello specifico dei fatti, ribadisco che la giunta di centro destra si preoccupò di recuperare dei fondi che giacevano inutilizzati nel bilancio dell’amministrazione.
Fondi che decidemmo di impegnare nel settore dell’edilizia scolastica.
Successivamente l’iniziativa politica nacque in seguito ad un’attenta valutazione degli edifici scolastici che insistevano in aree sismiche.
Le perizie dei tecnici professionisti dichiararono il sito dell’Ipsia, sottostante ad un campanile, a rischio incolumità.
A quel punto disponemmo immediatamente un’ordinanza di sgombero dei locali adibiti ad uffici scolastici, e i fondi assegnati all’edilizia scolastica trovarono nella costruzione di un nuovo edificio la loro naturale destinazione.
Giulio Marini