Riceviamo e pubblichiamo
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| Miranda Perinelli |
- Non avrei voluto rispondere a mezzo stampa alla consigliera di parità Daniela Bizzarri, ma mi vedo costretta, dopo il “Je accuse” rivolto anche alle donne che dirigono il sindacato.
Ho il dovere di dire pubblicamente la nostra posizione, della Cgil, sulla vicenda della raccolta di fondi per far studiare fuori dal suo comune la ragazza di Tarquinia vittima di stupro da parte di otto ragazzi di Montalto di Castro.
Abbiamo diverse opinioni di come poter aiutare le donne vittime di violenza, espressa in tutte le sue sciagurate forme, sia all’interno della famiglia sia fuori.
Abbiamo l’idea che di questo disagio fisico e psicologico se ne debbano occupare le istituzioni, siano esse comunali, provinciali regionali attraverso una politica più generale per le donne.
Crediamo utile che se ne debbano far carico anche attraverso i centri antiviolenza che in maniera molto precaria e grazie alle volontarie, sopravvivono, trovandosi molto spesso in grande difficoltà ed in solitudine.
Siamo convinte che attraverso fondi destinati nei bilanci di Istituzioni pubbliche si possano affrontare seriamente queste necessità mettendo a disposizione strutture adeguate e attrezzate, poiché non si tratta soltanto di aiutare e tutelare le donne in difficoltà, ma molto spesso, di salvargli la vita.
Per quanto ci riguarda, riteniamo che l’incontro avvenuto il 9 di agosto tra l’amministrazione provinciale con il presidente Mazzoli e insieme alla presidente del centro antiviolenza Erinna, a donne della Cgil, dei partiti politici come Ds e Rc sia stato un risultato positivo, che va in tal senso, forse non ancora sufficiente, ma un primo passo, tant’è che il presidente si è preso l’impegno di destinare 10.000 euro a partire dal 2008 per il centro antiviolenza 5.000 euro entro dicembre 2007 ed inoltre di vedere la possibilità per un ulteriore finanziamento coinvolgendo tutti gli assessori dato che attualmente il centro ha accumulato un debito di 14.000 euro ed inoltre l’impegno del presidente a iniziare una campagna informativa in tutti i comuni della provincia.
Avremmo preferito vederci in stanze chiuse con la consigliera di parità e vedere come poter intervenire nel caso specifico attraverso una rete di protezione istituzionale in questo ambito.
Avremmo visto molto meglio unirci in una richiesta comune alle Istituzioni per risolvere il caso dando alla ragazza una garanzia maggiore per gli anni a venire, diversa da quella che può avere oggi che è solo, appunto, del momento.
Per questo propongo alla consigliera di parità di incontrarci, coinvolgendo tutte le donne che hanno un incarico nelle istituzioni sia provinciali che regionali sia nei partiti e vedere insieme la soluzione migliore possibile per il caso specifico con prospettive future certe, poiché riteniamo che negli anni, necessari per il conseguimento del diploma, avrà uguale necessità.
La Cgil ci sarà in una battaglia culturale che coinvolge tutte e tutti non più da spettatori ma da attori in una società così detta “moderna” che di questi principi se ne stanno perdendo quotidianamente i pezzi.
La segreteria Cgil Viterbo
Miranda Perinelli