Riceviamo e pubblichiamo
- Passata la bufera mediatica che lo ha visto protagonista (negativo, molto negativo!) della scena politica a livello nazionale e forse credendo che ormai ci siamo dimenticati tutti del personaggio e degli atti incomprensibili e gravi da lui compiuti, ecco che Carai dà inizio ad atteggiamenti che sanno molto di ritorsioni.
Ha cominciato con la Cgil e giustamente direi, seguendo un ordine cronologico (la Perinelli è stata la prima a denunciare la scandalosa delibera) e proseguirà via via con tutti coloro che hanno osato mettere in discussione le sue scelte “scellerate”.
Si preparino quindi, nell’ordine, la senatrice Allegrini, il consigliere Bigiotti, i Comunisti Italiani, le donne di Rc, quelle dei Ds, Alessandra Mussolini, Forza Italia, la senatrice “talebana” Finocchiaro, ecc. ecc.
E attenzione: per ognuno Carai, che non lascia nulla al caso, ha in mente un atto estremamente personalizzato.
Alla Cgil lo sfratto, per gli altri sono allo studio misure diversificate.
Saremmo un po’ gelosi però se Carai, preso com’è da mille problemi (sono tante le persone da colpire), si dimenticasse dei Comunisti Italiani, per cui gli rinfreschiamo la memoria.
Lei, Carai, ha commesso un atto sconsiderato e gravissimo scegliendo di anticipare le spese legali ai ragazzi accusati di stupro.
Non le è bastato: ha continuato imperterrito inveendo contro tutti quelli che glielo hanno fatto notare (l’Italia intera, per la verità) ed ha raggiunto l’apice, in un delirio di onnipotenza, definendo “talebana” la senatrice Finocchiaro, capogruppo Ds al Senato (Ds, Carai, vale a dire il suo stesso partito, non un partito di quelli che sono deputati a farle opposizione).
Ora, dopo le “meritate” vacanze, ricomincia con un atto singolare e strabiliante, come nelle sue migliori tradizioni: lo sfratto alla Cgil.
Molto meno sarebbe bastato ad una persona “normalmente dotata di buon senso” per dare le dimissioni ed andarsene in punta di piedi.
Non a Carai, però, non al "padre-padrone" di Montalto di Castro.
La nostra posizione comunque non cambia, signor Carai, e continuiamo a chiedere che lei si dimetta, sempre che sia capace di un nobile gesto.
Alla Cgil e a Miranda Perinelli tutta la nostra solidarietà, mentre attendiamo fiduciosi solenni ritorsioni da Carai.
Radames Petti
vice segretario provinciale PdCI