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Il ragazzo aggredito
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Senza filtro
- Egregio direttore, nutro grande rispetto e stima nei suoi confronti per come sta trattando la vicenda del giovane studente picchiato a Viterbo.
Dare rilevanza di questi episodi è importante soprattutto per noi giovani che dovremmo essere i portabandiera di una società nuova, una società di rottura con il passato che spesso ci ha etichettati come violenti e succubi di fantomatiche ideologie politiche.
Il problema, al di là degli attestati di solidarietà che sono doverosi, è insito in quello che è il risultato di un politichese di scarso valore.
Spesso però si perde il lume della ragione, che altrettanto spesso sfocia in un "a violenza risponde violenza".
Io credo fermamente che la democrazia sia l'arma per far capire il più possibile dove è l'errore. Di atti del genere ne abbiamo visti tanti, troppi. Di ogni colore politico. Abbiamo assistito a questo scellerato e, come lo hanno definito i giovani di Rifondazione, vigliacco episodio di violenza in nome di una (presunta e chissà quale) fede politica; ma la storia insegna, e per questo non vanno dimenticati tutti gli altri episodi che hanno contraddistinto gli schieramenti giovanili estremisti.
Non bisogna perciò dimenticarsi dei fatti di Genova, relativi al G8; in cui persone innocenti e ree di nessun tipo di colpa, si sono visti i negozi in fiamme, auto scassinate, vetrate di ristoranti e bar presi a sassate. Tutto in nome di un valore politicizzato. Ma sempre violenza, nei confronti sia della gente sia di tutto ciò per cui la gente ha lavorato e magari sudato una vita intera.
Egregio direttore, purtroppo la violenza, a mio modo di vedere, è un valore che accompagna (e sempre ha accompagnato), gli estremismi, sia di destra che di sinistra.
Al di là di quale sia la causa, ed al di là di quale sia il diritto leso: si tratti esso di un danno fisico o di un danno di proprietà.
Ciò che realmente dobbiamo fare è sederci intorno ad un tavolo, parlare con tutti i nostri tesserati, con i nostri simpatizzanti e con chi ci sostiene, cercando di diffondere un messaggio unanime: la politica serve per diffondere in maniera democratica i nostri valori in relazione agli obiettivi che ogni giorno ci poniamo; non è un mezzo per indurre gli altri a pensarla come noi. Tanto meno con la forza!
Noi giovani che spesso rivendichiamo un atteso ricambio generazionale, dobbiamo prima chiederci se siamo in grado di sostenerlo.
E perché ciò avvenga dobbiamo dimostrarci tutti uniti, da destra a sinistra. Per questo credo sia giusto coinvolgere tutte le istituzioni, dal Comune di Viterbo alla Provincia per un incontro con i movimenti giovanili.
È arrivato il momento di andare oltre agli attestati di solidarietà e unirci in un contesto trasversale alla politica ed alla strumentalizzazione.
Andrea di Sorte
Consigliere comunale di Bolsena (Forza Italia)
Membro commissione politiche Giovanili Anci