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Riceviamo e pubblichiamo
- Riconosciamo a Peppe Sini il merito di aver rotto, con un suo recente intervento, quel muro di unanime consenso che finora ha sostenuto, con qualche parziale eccezione, il progetto di un aeroporto civile nella nostra città.
Con l'intento di contribuire ad un ampio dibattito sulla questione, vogliamo aggiungere alcune nostre considerazioni.
A Viterbo non c'è ancora alcuna protesta popolare, alcun movimento contro la realizzazione di questa opera come, ad esempio, quello dei cittadini di Vicenza contro la nuova base americana o dei residenti di Blera e del “Forum Etruria” contro il megaripetitore di Rai Way.
Anzi sembra che proprio tutti siano favorevoli alla realizzazione di una sorta di “Ciampino della Tuscia”.
Forse è giunto il momento in cui singoli cittadini, intellettuali, formazioni politiche e associazioni, contrari all'aeroporto, dicano la loro o tacciano per sempre.
Per parte nostra, tentiamo di produrre una corretta “controinformazione” che evidenzi i lati negativi dell'opera in questione.
Gli aerei civili in Europa emettono il 3% delle emissioni di gas a effetto serra. Nessun altro settore produttivo è responsabile, da solo, di una percentuale così alta. Una situazione aggravata dal fatto che, dal 1990 ad oggi, le emissioni inquinanti degli aerei sono aumentate di quasi il 90%.
Per dare un'idea delle dimensioni del problema, si pensi che per il volo di andata e ritorno tra Londra e New York di una sola persona, si generano emissioni paragonabili a quelle necessarie per riscaldare l'abitazione di una famiglia europea media per un anno.
Il Comune di Ciampino ha attualmente un record: la più alta spesa pro-capite di farmaci antitumorali su scala nazionale. Così come la percentuale di asma tra i bambini è molto più alta della media italiana. Questi dati confermano quanto previsto dallo studio dell'OMS sulla mortalità causata dalle polveri sottili.
Non solo. L'inquinamento acustico prodotto da un aereo di una compagnia “low cost” supera i 100 decibel contro il decreto ministeriale 31 ottobre 1997 sugli «intorni aeroportuali» che prevede che nella cosiddetta zona A, in cui è ammesso l'uso residenziale, non si possano superare i 65 decibel.
Siamo davvero sicuri che da una tale “grande opera”, in cui pochi traggono profitto dal lavoro di molti, si possa innescare un circolo virtuoso e salvifico per l'economia della Tuscia?
Al contrario, un territorio ricco di bellezze naturali, artistiche e termali come il nostro, non dovrebbe essere valorizzato attraverso un diverso circuito economico?
Circolo di Viterbo del Partito della Rifondazione Comunista