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- Una storia che da duemila anni illumina il teatro e la letteratura, tanto da essere definita la più bella commedia dell’umanità, riadattata più volte da vari autori in diverse epoche storiche, ma sempre attuale e coinvolgente, è l’“Anfitrione” di Plauto che oggi sarà portata in scena nei giardini di Palazzo dei Priori alle ore 21.30 da due grandi del teatro italiano: Giuseppe Pambieri e Lia Tanzi.
Sul palco, per la prima volta nella storia del festival, anche Marco Prosperini ideatore dell’evento. Giove, invaghitosi di Alcmena, le si presenta sotto le spoglie del marito Anfitrione, impegnato intanto in guerra, e trascorre con lei una lunga notte d’amore.
Mercurio accompagna Giove e sta di guardia, assumendo le sembianze di Sosia, servo di Anfitrione. Mentre Giove giace con Alcmena, ritorna però Anfitrione, che si fa annunciare da Sosia il quale, a sua volta, arrivato alla reggia, s'incontra con Mercurio suo alter-ego.
Da questa situazione nascono una serie di inevitabili equivoci, alla fine Giove confessa ad Alcmena di avere giaciuto con lei sotto le sembianze di Anfitrione. Giove infine dice ad Anfitrione di non punire Alcmena poiché è stata costretta dal suo potere gli dice che il figlio che ella gli darà eterna fama; Anfitrione è contento e dice che farà come vuole Zeus. Intrecci ed equivoci dominano la scena in un tourbillon di situazioni al quale Plauto darà un lieto fine. Per la prima volta compare il tema del doppio, di Anfitrione e Sosia (da qui il termine sosia) che quasi perderanno la loro vera identità .
Il testo proposto è rivisitato da Kleist grande drammaturgo tedesco , ed è una piccola licenza che il festival si concede rispetto alla sua connotazione di spazio culturale tra le due guerre.
Lunedì 9 luglio sarà la volta di “La madre” di Witkiewicz, “poeta maledetto” della cultura polacca.
Dal suo pensiero scaturì una visione negativa della società e della crescente meccanizzazione della vita, della crisi dell'individuo sempre più minacciato dall'avanzata della uniformità e al quale lui da autentico nichilista preferì il suicidio.
L’opera parla dell’eterno conflitto tra madre e figlio, sul palco una splendida Carla Cassola, e Giulio Pampiglione rispettivamente madre e figlio che daranno una connotazione ancora più autentica all’intera vicenda, la regia è di Giovanni Pampiglione .