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- Caduta da in un cantiere edile spacciata per un incidente stradale, imprenditore agli arresti domiciliari.
La causa della morte di Rexa Arben, un albanese di 41 anni, deceduto il primo settembre del 2003 nell'ospedale di Civita castellana, non fu un'auto pirata ma una caduta in un cantiere edile.
L’uomo era stato accompagnato in ospedale in gravissime condizioni da due persone che affermarono di averlo trovato su una strada.
L’immigrato albanese sarebbe caduto in un cantiere edile, mentre lavora per un piccolo imprenditore di Faleria, P.A., sessantenne, nei cui confronti il Gip del tribunale di Viterbo ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per omicidio colposo.
Altre due persone sono state iscritte sul registro degli indagati: una per favoreggiamento personale e l'altra per concorso in omicidio colposo.
A portare a queste conclusioni, dopo circa quattro anni, sono state le indagini dei carabinieri della compagnia di Civita Castellana, diretti dal capitano Emilio Miceli.
Le ferite e i traumi riscontrati dai medici sull’albanese sembrarono quasi immediatamente non compatibili con l’incidente stradale.
Alla fine del 2006, i carabinieri hanno aperto una nuova indagine, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Viterbo Stefano D'Arma.
Arben, nato a Scutari, in Albania, era arrivato in Italia nel 2001 e si era stabilito a Castel Nuovo di Porto, in provincia di Roma.
Poco dopo aveva conosciuto P.A., il piccolo imprenditore edile di Faleria che lo prese a lavorare con sé in nero.
E fu proprio l'imprenditore, la sera del 29 agosto 2003, a dire ai carabinieri di averlo trovato gravemente ferito, su una strada, tra Morlupo e Faleria, e di averlo fatto trasportare in ospedale con la propria auto da due conoscenti.
Nel 2004, la procura della Repubblica di Viterbo aveva archiviato il caso. Ma la madre di Rexha non ha mai creduto a tale versione, tanto che si era rivolta anche ad una trasmissione televisiva per ottenere informazioni sulle reali cause della morte del figlio.
Tra il novembre e il dicembre del 2006 la procura di Viterbo riaprì l'indagine.
E' così emerso che Arben sarebbe rimasto gravemente ferito precipitando in un cantiere edile mentre lavorava in nero l’imprenditore che aveva detto di averlo trovato in gravi condizioni sulla strada.
La ricostruzione dei carabinieri sarebbe stata confermata da un testimone.
P.A., l’imprenditore agli arresti domiciliari, avrebbe inoltre lavorato illegalmente. Secondo i carabinieri, infatti, non aveva e non ha alcuna ditta a suo nome regolarmente costituita. L’imprenditore è indagato anche per violazione delle norme sull'impiego di extracomunitari.