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Il ministro Bianchi
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- “Ministro, si scelga la sicurezza. E, contemporaneamente, si privilegi la soluzione che favorisce il riequilibrio del territorio laziale”. Anche Mario Zucca, presidente provinciale e vicepresidente nazionale di Cna Fita, nonché membro del consiglio camerale di Viterbo in rappresentanza del settore dei servizi, ha voluto esprimere la sua posizione a proposito della candidatura del capoluogo della Tuscia a sede del terzo scalo aeroportuale del Lazio.
Lo ha fatto in occasione di un convegno sulle infrastrutture nel Centro Italia che si è svolto a Terni.
Accompagnato da Bruno Caratelli, responsabile provinciale della categoria, Zucca ha consegnato ad Alessandro Bianchi un documento approvato dalla presidenza di Viterbo di Cna Fita.
Il ministro dei Trasporti gli ha confermato lo slittamento della decisione al mese di settembre, motivandolo con l’esigenza di una valutazione approfondita.
“Questa Associazione di rappresentanza degli autotrasportatori ha ripetutamente posto all’attenzione del governo l’urgenza di investimenti in una moderna ed efficiente rete di infrastrutture quale condizione per il rilancio del nostro settore e per la competitività dei territori. Nella Tuscia Viterbese, in particolare, le carenze infrastrutturali rappresentano da sempre uno dei principali ostacoli allo sviluppo.
Registriamo, tuttavia, positivamente la volontà del governo e della Regione Lazio di intervenire per completare un’opera strategica quale la Trasversale, anche per il necessario collegamento con il Porto di Civitavecchia e nella prospettiva del Centro Merci di Orte, così come il concreto avvio dell’iter per l’ammodernamento della Cassia, arteria fondamentale che collega questa terra con la Capitale e con la Toscana”, ha evidenziato Zucca.
“Negli ultimi mesi, si è delineata un’altra opportunità: la localizzazione del terzo scalo aeroportuale del Lazio nella città di Viterbo. La candidatura del capoluogo della Tuscia ha tutte le carte in regola sotto il profilo squisitamente tecnico -ha detto il dirigente della Fita-.
La invitiamo altresì a considerare il fatto che l’apertura dell’aeroporto militare di Viterbo al traffico civile e commerciale, oltre a coincidere con la costruzione di un efficiente sistema aeroportuale regionale, può segnare una svolta nell’economia della Tuscia Viterbese e costituire una leva decisiva per interventi che consentano -ha concluso- di superare le attuali carenze infrastrutturali”.