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Massimo Gemini
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- L’ultima tornata di Consigli Provinciali, peraltro prematuramente abortita per mancanza del numero legale, ha confermato l’inconsistenza politica della maggioranza di centro sinistra che dovrebbe governare la Provincia di Viterbo.
Dopo oltre due anni di non governo, quando ormai si approssima la scadenza di metà mandato, sarebbe opportuno cominciare a tracciare un bilancio delle cose fatte dall’amministrazione.
Ma in realtà ricordare le realizzazioni di questa maggioranza è impresa ardua: dopo le tante promesse ed i tanti proclami di inizio mandato le uniche cose che si sono realizzate sono state un gran numero di “tavoli di lavoro”, l’alternarsi di assessori e di deleghe, un vortice di dirigenti e di impiegati, un gran numero di incarichi distribuiti ad amici ed amici degli amici.
Le grandi realizzazioni promesse: sviluppo del territorio, rete infrastrutturale, politica per l’occupazione, sono rimaste pie illusioni: la mancanza di un vero progetto politico ed amministrativo ha fatto sì che la maggioranza si impantanasse quotidianamente in beghe di basso profilo, in lotte, definite politiche, per le poltrone assessorili, in una continua litigiosità che ha portato alla paralisi dell’amministrazione.
I consigli provinciali sono sporadici e spesso vanno deserti, le Commissioni non si riuniscono e, quando convocate, spesso su temi di secondaria importanza, sono prive del numero minimo di Consiglieri di maggioranza.
Il piano provinciale dei rifiuti in essere è ancora quello approvato dal centro-destra nel 1998 che gli attuali amministratori pur criticandolo continuamente non sono riusciti ancora a modificare, aspettando sempre le indicazioni che dovrebbero pervenire dal piano regionale. In tale sede tuttavia non sono riusciti a far valere una voce univoca delegando ogni decisione, per quello che saranno le ricadute nel nostro territorio, alla Regione Lazio e alle sue contraddizioni.
L’unico dato certo è l’aumento delle tariffe per il conferimento in discarica che tutti i Comuni della Provincia saranno tenuti a versare al gestore, il quale ha deciso l’importo senza consultare gli Enti locali.
La lotta al precariato, tanto sbandierata, si è arenata sul problema dei cantieri scuola, che tanti sacrifici personali ha portato a decine di lavoratori. La Giunta Mazzoli avrebbe voluto non stabilizzare i cantieristi ma ha provocato una sollevazione generale che l’ha costretta a ritornare sulle proprie decisioni, dovendo approvare quanto programmato dalla precedente giunta di centro-destra.
La crescita del numero degli assessorati, la creazione di nuovi settori, la nomina del direttore generale e di due nuovi dirigenti ha portato al lievitare degli incarichi interinali per cui, un gran numero di giovani, scelti con criteri di vicinanza politica, sono stati incaricati per ruoli spesso inutili e sottopagati, senza alcuna prospettiva di stabilizzazione.
Iniziative tanto propagandate come il sostegno per la prima casa alle giovani coppie o i contributi alle imprese per la creazione di nuovi posti di lavoro, stante la esigua consistenza delle cifre stanziate e la impraticabilità delle procedure, si sono rivelate meri strumenti propagandistici, privi di reale efficacia.
L’immagine complessiva che i cittadini della provincia di Viterbo hanno di questa Amministrazione, è quella di una rabberciata compagnia, inconcludente, litigiosa, determinata solo a proseguire nella gestione del potere; la speranza è che così come velocemente sono passati questi due anni, ancor più rapidamente passi il tempo necessario alla conclusione della infelice esperienza della Giunta Mazzoli .
Il gruppo consigliare alla Provincia di Viterbo di Alleanza Nazionale