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Gabbianelli e Mazzoli
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- Punto primo: la scelta sarà tecnica. Punto secondo: Marrazzo non sponsorizza Frosinone. Punto terzo: la sfida è ora solo tra Viterbo e Frosinone. Latina è tagliata fuori.
Sono questi le delucidazioni scaturite, questa mattina, dall’incontro sull’aeroporto tra il sindaco Gabbianelli, il presidente Mazzoli e il presidente della Regione Marrazzo.
Un incontro chiesto da Gabbianelli e Mazzoli, che sull’aeroporto si muovono in forte sintonia, prima che il ministro dei Trasporti i rinviasse la decisione sulla collocazione del terzo scalo regionale a settembre.
“Abbiamo illustrato a Marrazzo - spiegano Gabbianelli e Mazzoli - le caratteristiche tecnico-logistiche che fanno di Viterbo la sede ideale per il terzo aeroporto. Basti pensare che il 90 per cento dei voli vengono dal Nord, per capire quale è il vantaggio. Va poi ricordato che la nostra pista è già pronta mentre quella di Frosinone va realizza ex novo”.
La scelta sarà tecnica, parola di Marrazzo.
“Il presidente della regione - racconta Gabbianelli - ci ha assicurato che la scelta sarà tecnica. Ma va detto che non riguarderà solo le vie aeree ma anche i collegamenti con la capitale. Per questo lavoreremo in sinergia, Comune e Provincia, per fornire nei prossimi giorni una documentazione dettagliata sui collegamenti di Viterbo con Roma. Mettendo in evidenza non solo l’esistente ma anche gli investimenti in atto, in fieri e futuri per un migliore collegamento con la capitale”.
E sulle preferenze di Marrazzo.
“L’incontro a nostro giudizio - aggiunge Mazzoli - è stato utile. Intanto abbiamo messo in evidenza che a Viterbo c’è una unità di intenti trasversale, cosa che non c’è in altre province. E questo è un elemento importante. Sono state poi fugate le voci che volevano che Marrazzo caldeggiasse Frosinone. In questa fase il ministero sta raccogliendo ulteriore documentazione anche perché, con Fiumicino che sta diventando il primo scalo nazionale, si dovrà rivedere un po’ tutto il quadro regionale degli aeroporti. In ogni caso prima di decidere gli enti locali saranno consultati”.
I vantaggi per Viterbo rimangono tanti: dalle rotte che provengono dal nord che permettono un risparmio dai 20 mila ai 40 mila euro a volo; al fatto che il bacino di utenza e di grande interesse (basti pensare a Civitavecchia, interporto di Orte ma anche Terni e Orvieto), mentre Frosinone va a collidere con gli scali campani. Per non parlare poi dei problemi di sicurezza.
“Se si fa un aeroporto - affermano Gabbianelli e Mazzoli - prima vengono le esigenze dell’aeroporto. Le infrastrutture in parte ci sono, e poi una volta deciso che l’aeroporto si fa a Viterbo si lavorerà per renderle adeguate. Anche perché non è che si arriva da un giorno all’altro agli otto milioni di passeggeri possibili”.
E Gabbianelli aggiunge: ”Non so se sul piano delle pressioni politiche siamo in vantaggio. Quello che è certo è che lo siamo sul piano tecnico e su quello dobbiamo puntare. L’aeroporto a Viterbo va fatto nell’interesse del paese”.
Gabbianelli smentisce anche che ci sia stata una certa tiepidezza del comune negli ultimi tempi e che l’aeroporto vada in rotta di collisione con la lottizzazione che dovrebbe sorgere nei pressi.
“Abbiamo scelto di portare avanti un lavoro quotidiano, senza demagogia e senza proclami, che per altro non funzionano e possono essere controproducenti. Tra futuro delle Terme e aeroporto, poi, non c’è contraddizione”.
E ribadisce Mazzoli: “La nostra scelta è stata per un lavoro serio e quotidiano. Con un livello basso di demagogia”.