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- Sono degli indicatori precoci e sensibili per comprendere quali sono gli conseguenze di un cambiamento nell’ambiente o se si è di fronte ad una situazione di inquinamento del suolo o delle acque o quali possono essere gli effetti dei cambiamenti climatici nel sistema suolo o nei rapporti pianta-suolo.
La loro attività può essere un ottimo segnale per evidenziare non solo effetti critici, ma anche positivi dell’attività umana e naturale.
Stiamo parlando degli enzimi ambientali, catalizzatori organici prodotti dagli organismi viventi che si trovano dappertutto e hanno funzioni importantissime negli equilibri ecologici.
Le loro variazioni qualitative e quantitative possono rappresentare il termometro con il quale si può misurare lo stato di salute del suolo e delle acque e quindi dell’ambiente.
Indicano con estrema precisione e prima di ogni altro segnale, se e come stia cambiando un territorio.
Se ad esempio ci si avvii verso la desertificazione, oppure quali mutamenti comporti il passaggio di una zona da foresta a superficie agricola. Lo studio degli enzimi dell’ambiente impegna da diversi anni un numero considerevole di studiosi in ogni parte del Mondo.
200 di loro sono giunti a Viterbo da 34 Paesi per il congresso mondiale che si svolge ogni 4 anni in una città diversa.
Le prime due edizioni si sono svolte a Granada (1999) e Praga (2003). Dalla Cina, dagli Stati Uniti, dalla Nuova Zelanda, dall’Australia, da tutt’Europa insomma da tutti i continenti per confrontare le loro esperienze per metterne a punto delle altre, per affinare i metodi di studio per valutare il lavoro svolto finora.