Riceviamo e pubblichiamo - Il Partito Democratico nasce per rispondere a due esigenze fortemente sentite dall'elettorato al quale esso vorrebbe rivolgersi.
La prima è la costruzione di un partito nuovo, aperto, effettivamente “democratico” nella elaborazione e gestione della linea politica e nella selezione della classe dirigente.
La seconda riguarda i contenuti di un progetto per l'Italia proiettato nel 21° secolo, libero dalle ideologie e dai richiami identitari del secolo passato pur affondando le sue radici nella complessità e ricchezza della nostra storia politica.
Le due esigenze sono interdipendenti e dal loro soddisfacimento dipende il successo del Partito Democratico.
La crisi di credibilità della politica deriva in misura rilevante dal ruolo crescente e soffocante dei partiti nella società e nell'economia, cui corrisponde una sempre più debole capacità di interpretare e rappresentare la società nelle sue articolazioni.
La parte più dinamica del paese soffre la presenza di partiti pervasivi, ma in realtà fragili, incapaci di influenzare in positivo la società e di produrre una nuova classe dirigente.
Partiti tendenzialmente onnipresenti, alla ricerca ossessiva di un consenso di immagine nel vuoto di proposte e fatti innovativi, e perciò sempre più esposti alle pressioni di gruppi sociali, microcorporazioni, poteri economici.
Partiti che decidono e lottizzano ma che, privi di un rapporto fecondo con la società che dovrebbero rappresentare, non riescono a garantire scelte professionalmente adeguate negli incarichi pubblici né a tutelare l'indipendenza e l'autonomia del mandato.
Per questi motivi è cruciale il modo in cui si organizzerà la fase costituente del nuovo Partito Democratico.
Il problema dei rapporti con la cosiddetta società civile non si risolve includendone alcune personalità più o meno significative, ma dando voce ad orientamenti di opinione e sentimenti che ne sono espressione autentica e che fanno riferimento alla esigenza della pienezza della democrazia e di una realistica cultura di governo che i partiti oggi non riescono a rappresentare compiutamente.
Il confronto aperto tra le diverse concezioni che si riconoscono nel progetto del Partito Democratico è una condizione indispensabile, ma non basta da solo a garantire l'elaborazione di una linea politica capace di governare la modernità.
E' necessario che metodi e contenuti introducano elementi di innovazione tale da colmare l'insufficienza dell'azione politica davanti ai problemi concreti del paese e superino la tentazione e limitarsi alla gestione del giorno per giorno.
Lo statuto del nuovo partito dovrà, perciò, essere coerente con l'articolo 49 della Costituzione caratterizzandosi per alcuni aspetti a nostro avviso di rilevanza fondamentale.
quorum minimo di partecipanti alle votazioni per la validità delle deliberazioni su materie determinate;
ricorso ordinario a elezioni primarie per individuare i candidati agli incarichi pubblici monocratici, sia rappresentativi che esecutivi;
giurisdizione esterna per garantire il rispetto delle norme statutarie;
certificazione dei bilanci per garantire la trasparenza del finanziamento.
L'impegno enorme e l'investimento di fiducia che si richiede ancora una volta al cosiddetto “popolo dell'Ulivo” esige uno sforzo di apertura e di trasparenza, un confronto aperto nello spazio pubblico, in modo da garantire alla nuova formazione politica una vita democratica, una reale rappresentatività e, di conseguenza, l'auspicato ampio consenso elettorale.
Associazione per il partito democratico