Premesso che nel mese di febbraio 2007, a seguito della modifica della maggioranza consiliare nel comune di Vetralla, avvenuta tramite un ribaltone che ha visto protagonisti il sindaco ed una parte del gruppo di minoranza, si è modificato l’assetto dei gruppi presenti in Consiglio;
- Che la nuova amministrazione non si è dotata degli organi previsti da Statuto e dai Regolamenti, quali la Conferenza dei Capi Gruppo e le Commissioni permanenti, nonostante le ripetute richieste della minoranza e del Presidente del Consiglio Comunale, inoltrate per tre mesi anche alla Prefettura di Viterbo;
- Che una simile situazione ha paralizzato l’attività dell’Ente, impedendo ai consiglieri comunali di svolgere il proprio ruolo;
- Che il Consiglio Comunale di Vetralla non ha approvato il Bilancio nei termini previsti del 30 Aprile 2007, come stabilito dal decreto del Ministero dell’Interno;
- Che il Prefetto ha inviato la diffida, in base al Testo Unico degli Enti Locali 267/2000 - art. 39, per la convocazione del Consiglio e della procedura di cui all’art. 141 “Commissariamento dell’Ente, qualora il bilancio non sia approvato nei termini di venti giorni, decorrenti dalla diffida”;
- Che nella seduta di Consiglio Comunale, tenutasi il 22/5/2007, in ottemperanza al regolamento consiliare, il Presidente del Consiglio ha dovuto accogliere la richiesta di rinvio della discussione, presentata da alcuni consiglieri, che reclamavano di non aver potuto partecipare alle attività consiliari, non essendosi l’Ente, nonostante i continui e ripetuti solleciti, dotato degli organismi previsti dallo Statuto Comunale, compresa la Commissione consiliare permanente alla quale l’art. 23 dello Statuto assegna poteri istruttori, consultivi e referenti, stabilendo, tra l’altro, che le sedute di tale Commissione debbano essere pubblicizzate per permettere la partecipazione popolare”;
- Che il Prefetto, anziché attivare le procedure previste dall’art. 141 del Testo unico degli Enti Locali, non essendo stato approvato il Bilancio nei termini da lui indicati nella diffida, si sostituiva al Presidente convocando nuovamente il Consiglio comunale per il 1 Giugno 2007, con all’ordine del giorno la discussione e la votazione del Bilancio, non tenendo conto delle reiterate violazioni statutarie e regolamentari dell’Ente, che non avevano consentito un regolare svolgimento delle attività consiliari.
- Che nella seduta del 1 giugno 2007 le condizioni di partecipazione e di garanzia dei consiglieri comunali erano rimaste invariate rispetto alla precedente riunione;
- Che tre consiglieri non si presentavano alla seduta, in quanto ad uno non era stata notificata la convocazione, mentre gli altri due l’avevano ricevuta in ritardo rispetto ai termini prescritti dal regolamento;
- Che il Presidente del Consiglio, in apertura della seduta, dichiarava che come tale era tenuto a far osservare le Leggi dello Stato; lo Statuto e i Regolamenti deliberati dal Consiglio Comunale, in virtù dell’Autonomia degli Enti Locali: Titolo V della Costituzione e delle norme disposte dal Testo Unico degli Enti Locali 267/2000. Faceva rilevare come il mancato passaggio in Commissione degli argomenti iscritti all’O.d.G. non costituiva un fatto isolato e congiunturale, “ma la conseguenza di un difetto strutturale che da diversi mesi si trascina senza essere risolto”.
Inoltre, affermava che la sovranità del Consiglio Comunale non può essere invocata per violare lo Statuto e il Regolamento del Comune. In linea con la dignità del ruolo e delle funzioni di garanzia attribuite alla sua figura dal Regolamento, non riteneva di poter presiedere un Consiglio che si è dato, come regola di comportamento, il funzionamento senza la previsione di Gruppi e Commissioni, espressamente previste dai regolamenti comunali e dallo Statuto. Pertanto, era costretto a rassegnare le proprie dimissioni per poter svolgere, libero e osservante, il suo ruolo di consigliere comunale
nterrogaLe S.S. LL. per conoscere
Se il Ministro dell’Interno intenda predisporre una ricognizione approfondita della situazione del Comune di Vetralla.
Se il fatto di non aver approvato il Bilancio nei termini, unito alle chiare ed evidenti violazione dello Statuto e del Regolamento di funzionamento del Consiglio Comunale, non costituiscano presupposti per lo scioglimento del Consiglio Comunale di Vetralla.
Si chiede risposta scritta.
Amedeo Ciccanti