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Un lungo applauso ha accompagnato il maestro Marco Angius e la Grande Orchestra Sinfonica Russa con il Coro di Craiova al termine del “Requiem” di Giuseppe Verdi.
Una coinvolgente esecuzione, diretta da Angius, civitonico, docente a contratto per la cattedra di direzione d’orchestra al Conservatorio di Santa Cecilia, che da anni si occupa di ricerca del suono ponendosi con un atteggiamento scientifico verso la musica di repertorio.
Non un direttore nel senso tradizionale del termine ma “un ricercatore musicale a cui interessa una lettura sempre innovativa che non ricalchi mai strade di routine”.
Ad applaudirlo anche il vescovo Divo Zadi, che ha apprezzato la splendida esecuzione. Il cortile maggiore del Forte Sangallo ha registrato ancora una folta presenza di pubblico.
“Circa 110 gli esecutori ha detto Angius -, un organico gigantesco per un’opera scritta in memoria di Alessandro Manzoni, che si compone di 7 parti. Un lavoro amplissimo di circa 100 minuti. Un tipo di esperienza abbastanza totalizzante, coinvolgente sia per chi dirige sia per chi ascolta.
Però il mio approccio alla musica classica non è assolutamente classico io mi occupo di musica contemporanea e quando ho occasione di approfondire un repertorio più classico, il mio approccio è quello di chi si occupa di musica contemporanea d’arte e cioè una ricerca sul suono, sul tempo e sui dettagli”.
La scelta del Requiem - ha specificato il maestro- , è nata diversi anni fa da un progetto di Fabio Galadini. Il direttore artistico ha qualificato il Civitafestival con proposte coerenti tenendo conto di tante realtà e di esigente diverse”.
Questa sera il concerto del duo Belloni Proietti è stato sospeso per indisposizione del maestro Belloni.