 |
Mario Trapè
Copyright Tusciaweb |
- Danni da cinghiale: prevenire è meglio che curare. L’assessore provinciale alla Caccia e pesca, Mario Trapè, interviene sul problema dei danneggiamenti alle colture causati dalla fauna selvatica, fenomeno in costante aumento con il passare del tempo, illustrando gli impegni passati e futuri che la Provincia ha preso in favore degli agricoltori colpiti.
“La specie responsabile per l’80% dei danni è il cinghiale afferma Trapè -, per l’altro 20% si tratta di animali definiti opportunisti, come i corvidi e lo storno. Il cinghiale, inoltre, sta proliferando nelle nostre zone. Un problema che comunque si riscontra anche in altre regioni d’Italia. La presenza dell’animale sta diventando poco gestibile e le misure attivate per contrastarlo si sono rivelate non del tutto efficaci”.
I dati dimostrano che mentre quest’anno i danni più ingenti hanno interessato le colture dei cereali, nel 2006 ad essere colpiti di più erano stati i noccioleti. Lo scorso anno i dati accertati sono stati di 409.948 euro e sono stati liquidati 248.000 euro 195.000 dalla Regione, il resto dal bilancio provinciale. Così è stato possibile risarcire il 65% dei danni.
“Credo comunque che la pratica dell’indennizzo continua l’assessore qualora riuscisse a tutelare l’intero reddito degli agricoltori, comunque si dimostra incapace di salvaguardare il lavoro e la dignità degli stessi. E’ necessario allora passare a una impostazione diversa non più basata sul semplice indennizzo, ma prioritariamente sulla prevenzione del danno. Oltretutto permetterebbe di non sperperare ingenti risorse economiche, sia delle Provincia che della Regione”.
“La Regione quest’anno ha dato un segnale forte, trasferendo ai due Atc, ambiti territoriali di caccia, 80.000 finalizzati alla prevenzione prosegue -. La Provincia ha invece fornito recinzioni e batterie elettriche con contributo al 50% a fondo perduto, ha provveduto a un abbattimenti secondo le prescrizioni di legge, con la polizia provinciale, ha predisposto per la zone di Acquapendente - Monte Rufeno Proceno una gestione per lo scacciamento in collaborazione tra cacciatori, agricoltori e polizia provinciale. Stiamo inoltre predisponendo quotidianamente il controllo della situazione con la polizia provinciale e stiamo cercando di coinvolgere per le coltivazioni di mais e in vista della vendemmia, anche la vigilanza volontaria”.
Continua ancora Trapè: “Siamo convinti che la caccia di selezione intesa come prelievo tecnicamente determinato, disciplinatamente realizzato e controllato, in coordinazione con le associazioni venatorie, sia il miglior strumento di gestione faunistica in grado di assicurare nel tempo una presenza equilibrata di ungulati”.
Altra importante novità annunciata dall’assessore, le preaperture per la caccia al cinghiale nei mesi di ottobre, sempre allo scopo di limitare i danni, mentre la stagione venatoria come sempre si aprirà a novembre
“A tal fine è indispensabile dice ancora - una stretta collaborazione tra agricoltori e cacciatori: questi ultimi con il loro volontariato rappresentano forze indispensabili per realizzare una concreta prevenzione dei danni, mentre i primi, in quanto possessori dei fondi e di utili mezzi meccanici, possono rendere possibili tali iniziative”.
Un’efficace prevenzione dei danni alle colture agricole per Trapè può quindi essere conseguita tramite due strumenti principali: “Un’oculata programmazione e gestione faunistica basata anche su interventi di contenimento numerico condotti in base all’articolo 37 della legge regionale 3 del 1994 e con il consenso dell’istituto nazionale della fauna selvatica conclude insieme alla messa in opera di strumenti e accorgimenti capaci di impedire alla fauna selvatica di alimentarsi a spese delle colture agricole”.
Un’ulteriore occasione è infine rappresentata “dalla proposta di alcune squadre di caccia di contribuire alla prevenzione dei danni nelle zone assegnate, acquistando le derrate alimentari destinate agli animali dagli stessi agricoltori dell’area”.