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Bartoletti col ministro Bianchi
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Senza filtro
- Sembra che Marrazzo e Veltroni vogliano a tutti i costi decidere le sorti della nostra provincia arrogandosi a forza una competenza che appartiene al ministro dei trasporti.
Difatti, definire aeroporto regionale uno scalo che per pacifica affermazione dello stesso presidente regionale e destinato a breve ad accogliere un flusso di 8 milioni di passeggeri provenienti da tutta Europa, appare alquanto fuorviante.
Se i dati forniti da Marrazzo fossero veri, Viterbo diverrebbe, in termini di trasporto passeggeri, il quarto o al massimo il quinto scalo italiano dopo Fiumicino, Malpensa, Linate e, forse, Venezia.
Allora ci andrebbe spiegato, argomentando a contrario, quali sono le competenze di scelta del ministro visto che uno degli scali più importanti d'Italia oggi sembra a detta di Marazzo - essere soggetto al vaglio decisionale regionale.
Se così fosse, e l'Umbria decidesse Terni e la Toscana Siena per ubicare i rispettivi scali avremo tre aeroporti nel raggio di 100 km con conseguenze facilmente immaginabili.
Pertanto per far valere le nostre, sacrosante, ragioni è necessaria una forte azione di protesta popolare, che si ponga al di sopra delle logiche partitocratriche e miri, con decisione, a far rispettare le risoluzioni degli organi tecnici istituzionali riportando le scelte strategiche, che influenzeranno almeno il prossimo mezzo secolo dell'aviazione civile italiana, nell'alveo delle competenze ministeriali.
Marrazzo, nell'incontro avvenuto a Viterbo, avrebbe fatto la sua buona parte se solo avesse fatto cenno al potenziamento della nostra ferrovia Viterbo-Roma che da sempre attende una seria riqualificazione.
L'aeroporto, a differenza di quello che si pensa in regione, costituirà il volano per la realizzazione di una ferrovia veloce che si autofinanzierà con gli introiti degli oltre 15 mila passeggeri "paganti" che ogni giorno si recheranno a Roma.
È opportuno ricordare che Viterbo ha già una pista e una torre di controllo, mentre Frosinone Latina dovrebbero investire da zero, oltre a dover sopportare i costi sociali ed economici di trasferimento, altrove, delle rispettive basi dell’Aeronautica che il Capo di SMA ha previsto nell’ordine di 70/80 milioni di euro.
Frosinone dovrebbe espropriare oltre duecento lotti di terreno con costi elevatissimi. Non sarebbe meglio fare una ferrovia con questi soldi per avere poi un aeroporto ubicato nel sito migliore?
Pertanto alle affermazioni di Marrazzo proferite a Viterbo, il Comitato risponde con le parole pronunciate da Vito Riggio, presidente dell'Enac, ad un recentissimo convegno svoltosi a Roma, dopo che l’ENAC stesso aveva promosso a pieni voti la nostra città: “Nessun aeroporto in Italia si può fare senza il parere dei tecnici dell’Enac, che sentano quelli dell’Enav.
È chiaro che siccome qui la questione è complessa e importantissima, è giusto che ci sia stato un coinvolgimento in prima persona del ministro, il quale si avvale di questi due bracci tecnici, fornirà dei parametri al decisore politico, dopodiché assumeranno una decisione, una volta assunta quella non possiamo più scherzare, cioè non possiamo più dire diamo un po’ un qualche cosa a ciascuno, così siamo contenti tutti, perché sarebbe un inganno, io adesso non voglio entrare nel merito perché ho assunto un dovere di riservatezza e mi pare corretto nei confronti del ministro, ma insomma dalle prime analisi che abbiamo fatto venivano fuori già dei dati sufficientemente orientabili.
Poi si può decidere che non vuole fare la cosa ottimale, ma ne può fare una che magari ha costi maggiori però è più significativa per i processi di sviluppo del territorio, questo è legittimo, ma non confondiamo le due cose.
C’è un processo di sviluppo del territorio importante, ma c’è prima di tutto una dimensione aeronautica dalla quale non possiamo prescindere.
Finisco, se vogliamo veramente essere seri, ed abbiamo il dovere di essere seri, perché il fatto di non essere seri ci sta portando ad essere meno competitivi, meno credibili e non possiamo consentircelo, perché non capisco perché se Madrid programma il raddoppio del suo aeroporto e contemporaneamente fa la metropolitana, e tutto questo lo fa in due anni e mezzo, perché noi dobbiamo partire dal principio che invece in Italia no, perché siccome c’è il precedente di Malpensa ce ne vorranno quindici di anni.
Ma se partiamo da questo presupposto è meglio che non facciamo più investimenti pubblici, che non pensiamo più a programmazioni.
Penso che dobbiamo avere l’orgoglio di dire che noi possiamo fare almeno quanto gli spagnoli se non meglio, ora se dobbiamo realizzare un sistema, dobbiamo realizzarlo, come dice il regolamento europeo, in modo intermodale, programmando insieme le strutture aeroportuali e le strutture di aeree ferroviarie.
Se ci sono già, meglio; ma se non ci sono bisogna programmarle e bisogna avere il coraggio di dire che questa è la politica. Vogliamo lavorare per questo paese? Mi pare che questo è il senso iniziale con cui finisco.
Noi non siamo qualunquisti, ognuno di noi ha una sua posizione politica, credo, e chi non ce l’ha, ha il diritto di non averla, però il vero tema è che la politica consiste in questo: nel migliorare la dotazione infrastrutturale di qualità di questo paese, per renderlo un posto nel quale intanto noi che ci siamo ci viviamo meglio, ma soprattutto ci possono venire a vivere altri che ci investono e ci possono vivere meglio i nostri figli. Se non è questa la politica, la politica, francamente, non serve a niente”.
Ai viterbesi il Comitato chiede una mobilitazione generale e soprattutto un atteggiamento positivo tenace e grintoso, perché non esiste guerra più persa di quella che non si è nemmeno cominciata a combattere.
Il presidente del Comitato aeroporto di Viterbo
Giovanni Bartoletti