Riceviamo e pubblichiamo
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Il ragazzo picchiato
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- Lo scorso venerdì notte un ragazzo/studente/attore del CUT è stato picchiato a sangue da un gruppo di BGDCIIP (baldi giovani demodè dal cuore inconsapevolmente intriso di paura!).
Il fatto di essere gente di teatro ci potrebbe far citare Congreve e dire “Così va il mondo”, ma forse è inutile fare citazioni di fronte alla pochezza morale di chi, accecato dalla propria paura, si scaglia contro un altro essere umano in cerca di una soluzione per le proprie problematiche.
Il CUT ha dimostrato in venti anni di attività di essere profondamente legato al territorio in cui opera ed ha sempre portato con sé il nome della città di Viterbo in tutti gli incontri teatrali a carattere nazionale e internazionale.
Nel mese di maggio ha dato vita ad un programma radiofonico dove i giovani e gli studenti, viterbesi e non, possono andare a parlare, a fare proposte, uno spazio per le idee e l’intrattenimento.
Nel mese di giugno il CUT ha partecipato con un suo spettacolo al Roma Teatro Festival, concorso insignito della medaglia d’argento dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, dove ha ricevuto due nomination: miglior regia e miglior coreografia; e il premio per il miglior attore.
Tutto il lavoro speso dal CUT negli anni, per portare il nome dell’Università e della città di Viterbo in tutti gli appuntamenti nazionali e internazionali, si è trovato di fronte ad un baratro profondo alla notizia che durante la notte di venerdì 6 luglio 2007 uno dei suoi attori T. è stato pestato a sangue (7 punti di sutura sul viso), senza motivo.
T. è uno studente come ce ne sono tanti, studia scienze infermieristiche ed ha vinto per tutti gli anni della sua carriera universitaria una borsa di studio per merito.
Nel suo tempo libero si dedica al Teatro con passione e forza, lavora con un gruppo interno al CUT da più di due anni; il giorno prima del pestaggio, si era esibito in uno spettacolo di strada a Soriano nel Cimino.
La famiglia di T. è una famiglia normale e rispettabilissima, come molte di quelle viterbesi, credo che a nessun genitore che mandi il proprio figlio a studiare a Pisa, Siena, Roma, Firenze, Milano ecc., faccia piacere sapere che è stato pestato a sangue solo perché era nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Il Teatro non è solo un hobby, è una scelta di vita, è un modo per esplorare le profondità dell’essere umano, è un gioco che ti mette a confronto con te stesso e con gli altri, è un gioco che svela le paure, ti fa ridere dei tuoi difetti e ti fa vedere nell’altro una risorsa, non il tuo nemico o l’ombra di quello.
Nel cuore di T. non c’è paura, ma sete di conoscenza e così dovrebbe essere per tutti, specialmente per i giovani.
Il pestaggio è uno stupro. Il volto della vittima non è mai brutto, quello del carnefice sì. Un giorno guardandosi allo specchio potrebbe vederlo e non riconoscersi.
Quanta paura c’è in un cuore che ha bisogno del sostegno di altri cuori e di una scarica di violenza per sentire che è vivo, che pulsa e che può superare le incertezze?
Di chi è la mano che bussa sulla spalla di un ragazzo, gli getta in faccia una maglietta e lo sfregia, lasciandolo mezzo morto, sotto gli occhi di una giovane accompagnatrice inerte?
Beh, quella mano è di tutti! È di tutti quelli che restano ancora, di nuovo, come sempre a guardare.
Nella mia città io non posso più accettare di stare a guardare, non posso pensare che ancora si faccia finta di niente e che non si sappia chi sono questi ‘fanti di cavalleria’ che scorazzano in vena di pestaggi.
Viterbo è una città nobile che va rispettata, è una città che sempre di più si sta aprendo alla musica, alla cultura, al cinema, all’arte, al Teatro, ma per chi? Se poi si vedono ancora per l’ennesima volta scene come queste?
Voglio che si metta un punto a questa violenza del tutti contro uno, sempre di notte e sempre contro gli studenti.
Ma per cosa poi? Per una barba? Per un capello un po’ più lungo? Siamo nell’era della cibernetica, si parla dei cyborg, la famiglia è disgregata e ancora ci sono dei ventenni che pensano che il look faccia la differenza? O meglio renda migliori o peggiori?
Ma a Viterbo il tempo si è fermato? Internet c’è? È una città medievale, mica siamo nel medioevo!
Margherita Vestri
Le Ragazze e i ragazzi del CUT
Centro Universitario Teatrale La Torre Viterbo