Riceviamo e pubblichiamo - Alla cortese attenzione di Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio e di Augusto Battaglia, assessore alla Sanità della Regione Lazio
Caro presidente, caro assessore,
Nel prendere tra le mani quelle che, una volta, erano le classiche carta e penna, e rivolgendomi agli interlocutori istituzionali di riferimento per ogni direzione strategica di qualsivoglia azienda sanitaria, ho inteso dare un contributo di chiarezza e di trasparenza a quello che è il significato del nostro operato dal settembre 2005 fino ad oggi.
Ciò che, a mio parere, sembra emergere rispetto al percorso virtuoso di crescita che sta interessando da tempo l’Azienda sanitaria locale di Viterbo, è una certa discrasia tra quello che si fa quotidianamente - i risultati e gli obiettivi centrati e la contrapposizione costituita dal giudizio, oggettivamente negativo nei nostri confronti e allo stesso tempo assolutamente legittimo, formulato da alcuni esponenti politici locali.
Su questo secondo aspetto ho una mia considerazione fugace da sottoporvi, ma prima vorrei soffermarmi sulle cose che ci riguardano.
Innanzitutto vorrei condividere con voi alcune riflessioni riguardo l’Atto aziendale di questa Asl.
Da più parti si accusa la direzione strategica di aver agito, in maniera arbitraria e non rispettosa delle regole, in relazione all’adozione di questo strumento intorno al quale ruoterà tutto il “sistema sanità” del Viterbese per i prossimi anni.
Ebbene, l’Atto aziendale, già approvato dalla conferenza dei sindaci della Provincia di Viterbo, è stato inviato in Regione lo scorso giugno.
Così come è accaduto per tutte le altre aziende sanitarie del Lazio, l’approvazione del documento ha subito un improvviso stop.
Un ulteriore momento di riflessione che ha portato il tavolo tecnico regionale a rivisitare gli atti per adeguarli agli stretti paletti fissati dal Piano di rientro sanitario regionale, unico mezzo per uscire dalla crisi finanziaria del comparto, ereditata dalla giunta che vi ha preceduto alla guida della Pisana.
Verità storica, questa, che troppo spesso viene del tutto messa in secondo piano da chi, oggi, si assurge a inaspettato difensore degli interessi pubblici.
Sta di fatto che il tavolo tecnico regionale ha approvato l’Atto aziendale della Asl di Viterbo, apportandogli delle modifiche minime che, tuttavia, non hanno intaccato la sua struttura e la sua sostanza.
I tecnici preposti, anzi, nell’autorizzare la direzione strategica ad adottare il documento, hanno giudicato positivamente la creatività organizzativa con la quale è stato redatto. Il tutto invitando la direzione generale a dare comunicazione agli enti locali interessati dei cambiamenti avvenuti rispetto all’Atto approvato ad inizio estate.
E questo è quanto abbiamo intenzione di fare al più presto.
Così come non ci siamo mai sottratti al confronto continuo e proficuo con tutti gli amministratori, i rappresentanti sindacali e i singoli cittadini.
Non a caso, contravvenendo agli ordini impartiti dagli esponenti politici locali di cui sopra, molti primi cittadini avevano dato un giudizio positivo all’atto aziendale da noi sottoposto alla loro attenzione, in quanto al suo interno sono comprese molte delle istanze da loro formulate in rappresentanza dei cittadini di tutta la Tuscia.
Un metodo, quello della partecipazione alle scelte strategiche, al quale non intendiamo rinunciare. Così come continueremo a sostenere la priorità dell’agire quotidiano, rispetto al tempo che dovremmo destinare sterilmente a mantenere il fuoco acceso della polemica “politica” del giorno.
Se questo vuol dire scarso rispetto dell’interlocutore, ebbene sì: non siamo rispettosi.
Resto, tuttavia, convinto che i cittadini da noi chiedono ben altro. Esigono legittimamente delle risposte concrete alle loro richieste, sollevano dei quesiti rispetto a servizi che potrebbero e devono essere migliorati, sono pronti a dare il loro contributo concreto alla creazione di un nuovo spirito civico e di una cultura dell’appropriatezza, vera stella polare dell’operato congiunto di Regione e Asl.
E’ chiaro, nondimeno, che nel momento in cui si decide di abbandonare il tranquillo “dolce far niente”, che ha caratterizzato altre gestioni precedenti della sanità viterbese, e di sporcarsi le mani con i problemi strutturali e radicati negli anni, c’è sempre qualcuno che storce la bocca.
E c’è sempre qualcuno che si oppone al cambiamento in quanto, molte volte, il cambiamento coincide con la fine del privilegio.
A chi solleva questioni legate ad esperienze personali e professionali di singoli medici che operano, o hanno operato, nella nostra Asl, io replico riaffermando, ancora una volta, la bontà del disegno complessivo del progetto di risanamento dell’intero sistema che stiamo perseguendo.
Una bontà che non si esaurisce nelle parole, ma che si esprime attraverso gli esempi concreti di nuovi servizi offerti ai nostri utenti; molti dei quali li abbiamo inaugurati insieme, come insieme ci siamo detti più volte di continuare su questa strada.
Capita spesso che, a livello di spendibilità di una notizia, trovi più spazio un dito puntato contro, piuttosto che un passo in avanti verso la costruzione di un’offerta sanitaria moderna ed efficiente.
Nel mio animo, continuo a coltivare la speranza, quasi una certezza, che il tempo sarà galantuomo e che, ogni giorno che passerà, contribuirà a rendere più netta la linea di demarcazione tra chi continua a perseguire ostinatamente il cammino costellato dal solo intento distruttivo e, chi, pur non potendo naturalmente sottrarsi all’inclinazione umana dell’errore, agisce, comunque e sempre, in buona fede e al servizio della collettività.
Cordiali saluti,
Giuseppe Maria Antonio Aloisio