- Rette Rsa, per le famiglie la situazione si fa difficile.
Dopo gli aumenti, conseguenza della rimodulazione stabilita dalla Regione, sono cominciate ad arrivare lettere in cui si chiede l’adeguamento, che in alcuni casi sfiora il 50%.
Si è passati anche da 850 euro circa al mese a 1500. Per molte delle 700 famiglie interessate nella Tuscia, la somma è insostenibile, anche perché i comuni, che dovrebbero concorrere in parte, finora non lo hanno ancora fatto. Difficile che possano farlo in questo momento, con i bilanci chiusi.
E chi rischia di rimetterci è l’anello debole della catena. Anziani e malati.
Solo un paio di mesi fa in consiglio comunale era stato votato un documento in cui si chiedeva alla Regione di rivedere la delibera, con il voto anche di buona parte del Partito Democratico.
Suscitando non poche polemiche a sinistra. “Oggi ricorda Francesco Ciprini consigliere Pd - ci fa piacere costatare come il fronte di chi ci dà ragione su questa battaglia di buonsenso si stia ampliando.
Sbaglia chi all’epoca ci aveva accusato di voler strumentalizzare la vicenda. Sulla salute dei cittadini non ci sono bandiere politiche e nemmeno discipline di partito”.
Resta un problema serio per le famiglie che s’intreccia con uno altrettanto serio per la Regione, il buco nella sanità.
“La situazione è drammatica spiega Sandro Mancinelli consigliere Pd ma bisogna stilare un elenco di priorità. Politicamente va trovata una soluzione, le famiglie non possono essere lasciate da sole”.
Non migliora la situazione, la notizia dell’accoglimento da parte del Tar, del ricorso presentato da 350 laboratori privati che si erano visti ridurre i finanziamenti dalla Regione.
La scelta era prevista dal piano di rientro dal deficit sanitario. Saltando questo risparmio, l’intero piano di rientro potrebbe essere rimesso in discussione. Con il rischio commissariamento della sanità regionale.