- Anche una piccola provincia del Lazio può arrivare lontano. E la dimostrazione c’è stata ieri sera con la seconda edizione di “Viterbesi nel mondo”.
La manifestazione, nel cartellone degli eventi per l’Ottantesimo della Provincia di Viterbo, è stata una vera festa a cui hanno partecipato i viterbesi che hanno ricevuto il premio, autorità e cittadini. Tra cui il presidente della Provincia di Viterbo Alessandro Mazzoli, l’assessore alla Cultura Renzo Trappolini, il vicepresidente Mario Trapè, il vescovo Lorenzo Chiarinelli, il prefetto Alessandro Giacchetti, il presidente della Confinustria Alessandro Scopetti e l’assessore del Comune di Viterbo Giovanni Arena.
Nove i viterbesi che hanno ricevuto il riconoscimento per aver svolto con professionalità, ingegno e impegno la loro attività nel mondo. Oltre ai riconoscimenti, sul palco si sono alternati anche vari artisti. Dal cantante Michele Arena alla Camerata Polifonica viterbese, dalla ballerina Alessandra Ragonesi all’artista Maurizio Pio Rocchi.
Il primo Viterbese nel mondo è stato Aldo Caporossi, premiato dal presidente Mazzoli. “Questo è un tributo ha detto il presidente - al talento, alla passione e alla tenacia di tutti voi che con il vostro lavoro avete portato in alto il nome della città dei papi”.
Il secondo premio è andato a don Gianni Carparelli che ha ricevuto l’omaggio dalle mani del vescovo Lorenzo Chiarinelli. E ancora riconoscimenti al ministro Giuseppe Fioroni (che non ha potuto prendere parte all’iniziativa), Sandro Lombardi, Claudio Margottini, George Palermo, Francesco e Gaetano Paolocci e Roberto Vittori, intervenuto in collegamento telefonico.
Momento speciale della serata è stato il riconoscimento al maestro Felice Ludovisi e al professor Italo Faldi per il compimento di 90 di vita. Consegnato dal presidente Mazzoli e dall’assessore alla Cultura Renzo Trappolini. “Ripeteremo questa manifestazione nel tempo dice l’assessore Renzo Trappolini - perché abbiamo bisogno di queste persone, soprattutto in questo momento in cui ci affacciamo al mondo. Dobbiamo farlo mantenendo la nostra identità proprio come i Viterbesi nel mondo”.