Riceviamo e pubblichiamo - Lungo il fiume Timone nel comune di Canino c’è una cascata denominata “Pellico”.
Il “Pellico”, meta di scampagnate e passeggiate, è un luogo caro ai caninesi e il turista che ha modo di vederlo non lo dimentica.
Purtroppo il Pellico c’è stato sottratto: una recinzione ne impedisce l’accesso!
Denunciamo questa situazione da tempo e lo abbiamo fatto con un manifesto lo scorso 3 agosto, e malgrado la legge da subito apparisse sufficientemente chiara sul divieto di apporre alcuna recinzione a meno di 10 metri dalla sponde dell’alveo, il Comune di Canino ha inteso necessario porre uno specifico quesito alla Regione Lazio (Dipartimento Territorio).
Al quesito posto il 12 ottobre la Regione risponde rapidamente (25 ottobre) e nel confermare il divieto, invita il Comune a informare tempestivamente il Comando del Corpo Forestale dello Stato su eventuali abusi.
La risposta inviata dalla Regione non soddisfa il Comune, che chiede ancora chiarimenti, ai quali viene data risposta con due ulteriori lettere l’ 8 e il 22 novembre 2007. Il dirigente della RegioneDanilo Piermarini, immaginiamo stupito da tanta cavillosità, ribadisce in tutte le risposte l’assoluto divieto.
Sono passati oltre 30 giorni dalla prima comunicazione e a tutt’oggi non è possibile accedere alla cascata del Pellico.
Noi ci chiediamo, perché il Comune, malgrado gli viene dato pieno mandato, è così in difficoltà a far applicare la legge?
La tanto declamata “valorizzazione del territorio” si fa innanzitutto preservando quanto di buono già abbiamo.
Ridiamo il Pellico a chi appartiene: ragazzi, donne, uomini, anziani, togliamo ogni barriera e anzi garantiamo l‘accesso anche ai diversamente abili!
Si tratta di “demanio pubblico” e non di un bene privato!
Gruppo Pescasportiva “Fiora” Canino