- Si è atteso fino a l'altro ieri un segnale di attenzione dal governo nazionale, per scongiurare una iniziativa di protesta destinata a causare, inevitabilmente, disagi nel Paese. Ma, di fronte all’indifferenza dell’esecutivo, la decisione, seppure sofferta, è stata inevitabile: Cna-Fita, insieme con altre associazioni del settore dell’autotrasporto merci, ha confermato il fermo nazionale dei tir da lunedì prossimo, 10 dicembre, alla mezzanotte di venerdì 14. “Guidiamo il futuro dell’autotrasporto fermando i nostri mezzi”, è la parola d’ordine.
Ci si prepara dunque alla mobilitazione. Lo staff di Cna-Fita sta contattando le aziende interessate, 800 nella Tuscia, per confermare le modalità organizzative concordate nell’assemblea della categoria svoltasi domenica scorsa presso la sede di via I Maggio. Quattro -informa il responsabile, Bruno Caratelli- i punti di concentramento gestiti dagli autotrasportatori della provincia di Viterbo: all’altezza dello svincolo della superstrada, sulla Cassia Nord; presso i caselli autostradali di Orte e Magliano Sabina (qui si daranno appuntamento anche gli imprenditori di Terni); sulla Castrense, alle porte del comune di Montalto di Castro.
“Siamo costretti a prendere atto della sconcertante incomprensione da parte del governo -sottolinea Mario Zucca, presidente provinciale e vicepresidente nazionale di Cna-Fita-. Ricordo che nel mese di febbraio firmammo con il ministro dei Trasporti un protocollo d’intesa che prevedeva la modifica della riforma varata nella precedente legislatura e provvedimenti volti a garantire trasparenza e legalità nel mercato. Con quell’atto, evitammo il fermo del settore. Purtroppo, gli impegni assunti dall’esecutivo sono rimasti sulla carta. E, soprattutto negli ultimi incontri, abbiamo registrato una chiusura totale rispetto alla nostra richiesta di misure capaci di rendere l’autotrasporto protagonista nella competizione internazionale e nell’intermodalità. L’adesione unitaria della categoria al fermo proclamato sarà decisiva per svegliare finalmente il governo”.
Tra le proposte formulate dalle associazioni, il contratto di trasporto, da rendere obbligatorio, con la possibilità di sottoscrizione esclusivamente da parte delle imprese iscritte nell’Albo degli autotrasportatori che dispongano almeno del 20 per cento dei veicoli idonei per lo svolgimento del servizio; la pianificazione di una specifica strategia dei controlli sulle operazioni di trasporto; l’introduzione del documento di trasporto, prevedendone l’obbligatorietà; la modifica del decreto legislativo 231/2002, per stabilire termini temporali tassativi per il pagamento dei servizi di trasporto e le connesse sanzioni nel caso di inadempienza; il riconoscimento della tariffa minima. Sollecitato altresì un intervento del governo in sede Ue per un regolamento comunitario che preveda condizioni specifiche per il gasolio professionale, affinché siano superate le attuali differenze di costo tra i Paesi europei.
Durante la protesta, saranno garantiti i servizi pubblici essenziali, come il trasporto dei prodotti destinati agli ospedali e alle mense.
Per tutte le informazioni, si può chiamare Cna-Fita allo 0761.2291 o al numero verde 800-437744.