Riceviamo e pubblichiamo - Presidente Marrazzo,
purtroppo ci risiamo, con la ASL di Viterbo, ancora a proposito degli affitti discutibili che sono stati oggetto di polemiche, contestazioni e proteste apparse per diversi giorni sui giornali della provincia di Viterbo.
Dopo le polemiche e le segnalazioni di inadempienza rilevate anche dai suoi uffici, il Direttore generale, in data 20/08/2007 ha preso carta e penna e scritto alla “Centro Diaz”, proprietaria dei locali dati in locazione alla ASL al costo di circa 100.000 euro al mese ed ha contestato una serie di inadempienze rispetto ai tempi di consegna previsti entro aprile 2007. In particolare, come ha testualmente scritto il Direttore generale:
1. mancata realizzazione del parcheggio
2. mancata consegna dell’immobile nei tempi pattuiti
3. mancata corresponsione delle penali
4. mancata integrazione di superfici per il parcheggio
5. mancata realizzazione dei lavori di idoneità e sicurezza dei locali
6. mancata consegna delle certificazioni dei lavori eseguiti
Il tutto previsto dal contratto di locazione.
Alla data del 21/09/2007, visto che a distanza di un mese la soc. Diaz non aveva adempiuto, il direttore generale deliberava la risoluzione del contratto per inadempimento oltre che per i ritardi già citati, per il mancato pagamento delle penali, per un importo di 53.000 euro circa. Nella stessa delibera veniva sospeso il pagamento dei canoni di affitto e chiesto alla predetta società il risarcimento di tutti i danni, definiti gravi dallo stesso direttore generale, anche per il contenzioso aperto con i proprietari del vecchio edificio precedentemente affittato per ospitare gli uffici in viale Trento.
Questi locali non sono stati resi liberi per le inadempienze e i ritardi contestati al centro Diaz.
Risultato finale: per gli uffici si pagano 3 canoni, uno di leasing al vecchio ospedale ormai vuoto, un altro a Viale Trento anch’esso inutilizzato ed un altro in via Enrico Fermi, unico ad essere occupato, però solo parzialmente.
Della serie prendi uno (quasi) e paghi tre. A distanza di due mesi esatti avviene il clamoroso ripensamento del direttore generale: dopo aver acquisito il parere di un legale esterno, anziché del proprio ufficio legale, interno alla ASL e con un atto senza la firma del funzionario addetto al controllo e senza l’attestazione di legittimità del dirigente responsabile del procedimento, la direzione generale revoca la decisione precedente.
Con lo stesso atto annulla la delibera di risoluzione del contratto, dopo una serie di incontri con la controparte e dopo aver ammesso i “gravissimi ed irreversibili” danni (testuale) che la risoluzione contrattuale avrebbe arrecato, non alla società Diaz ma alla ASL. Nel giro di pochi giorni i danni chiesti dalla ASL alla Diaz si trasformano in danni pagati alla Diaz. E così la Asl restituisce non solo i canoni che dovevano essere trattenuti come da contratto per un importo di 400.000 euro , ma rinuncia anche alle penali per un importo di 53.000 euro e addirittura alla metà delle spese legali.
Alla Diaz viene quindi liquidata la somma di 40.000 euro per il disturbo arrecato.
Con la delibera di settembre 2007 si diceva una cosa con quella di novembre 2007 l’esatto contrario. Delle due l’una. Veda lei, Signor. Presidente, se riesce a capire i motivi del ripensamento e soprattutto chi ci guadagna realmente. Io non ci sono riuscito e se non ci riesce neanche lei, lo chieda alla Corte dei conti.
Alla prossima.
Cordialità
Luigi Daga