Riceviamo e pubblichiamo - Sulla Talete, un’esperienza importante di spa a capitale interamente pubblico, le organizzazioni sindacali di settore gas/acqua Filcem CGIL, Femca CISL, Uilcem-UIL, UGL Energia, si sono spese da sempre per la riuscita dell’operazione, condividendone la filosofia progettuale, ma oggi alcune prese di posizione, il “pasticciaccio delle poltrone”, ci sembrano fuori luogo e strumentali con il solo obiettivo di occupare posizioni di potere, negando il principio fondamentale di una spa pubblica che è la difesa degli interessi collettivi e la salvaguardia di un bene di vitale importanza come l’acqua.
Le organizzazioni sindacali di categoria, sono state “silenti” in questo periodo di discussioni dei partiti politici e delle Istituzioni, aspettando, nel rispetto dei ruoli, le nomine del nuovo consiglio di amministrazione quale controparte per il confronto determinante di indirizzo ed organizzazione aziendale.
Ora non si può più aspettare. E’ necessario riportare la discussione sulla configurazione aziendale, sulla organizzazione del lavoro. La Talete è operativa in quindici comuni con la necessità di garantire il servizio a più di 80.000 utenti, è urgentissimo costruire una organizzazione del lavoro, altro che litigare su chi deve essere il consigliere o il presidente. Dove è andato a finire il soggetto principale del servizio pubblico, il cittadino?
E’ necessario discutere sulle competenze, una azienda in mani pubbliche deve portare dei vantaggi al cittadino ed al contribuente, cioè alla collettività.
Per ottenere successo con una spa pubblica è necessario creare degli incentivi all’efficienza e all’efficacia, dove per successo si intenda trarre profitto per i cittadini utenti, grazie a dei prezzi equi e a migliori servizi.
Peraltro in questi mesi si sono in molti dimenticati che oggi nella azienda Talete ci lavorano circa 150 dipendenti di cui 13 dovranno essere stabilizzati al più presto,visto che sono precari.
E’ necessario introdurre degli incentivi che portino soddisfazione a tutta la struttura operativa della società, dal management a tutti i lavoratori con strumenti che aumentino il riconoscimento sociale delle persone coinvolte e dell’azienda.
Evidentemente la trasformazione non è cosa immediata o facile, ma richiede volontà politica, competenze manageriali con esperienza nel campo e quindi investimenti.
Si tiene a confermare ancora una volta che le organizzazioni sindacali di categoria sin dall’inizio sono state al fianco dell’amministrazione provinciale ed i sindaci nella scelta della spa pubblica e ora che la strada è tracciata dobbiamo lavorare, con serietà e qualità, per consolidare una esperienza importante per tutta la collettività.
Demagogico è oggi affermare, ancora, che Pubblico è inefficienza e Privato è efficienza, che Pubblico è monopolio e che Privato è mercato.
Queste equazioni, nel campo dei servizi pubblici, possono essere superate, vengono tenute vive ad arte da chi ha secondi fini, tra i quali quello molto in voga di privatizzare i guadagni e socializzare le spese.
In conclusione i sindacati di categoria chiedono un immediato incontro per affrontare le problematiche sopra esposte.
Filcem Cgil, Luigi Annesi Rsa-Filcem-Cgil,
Femca Cisl, Alessandro Pavani, Rsa-Femca-Cisl,
Uilcem UIL, Marco Pantò, Rsa-Uilcem-Uil
Ugl Energia Vittorio De Santi, Rsa-Ugl Energia