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Ninetto Davoli premiato a Soriano |
- E’ a letto con la febbre e quando lo chiamiamo per raccontargli del consigliere An a Soriano e della sua frase contro Pasolini, Ninetto Davoli quasi non ci crede.
Se la fa ripetere. Dà la colpa della temperatura troppo alta. Ma non è così.
Le sue non sono allucinazioni, semmai sono allucinanti le dichiarazioni di Luciano Perugini.
In consiglio comunale arriva la proposta d’intitolare un parco a Pasolini e lui: “Si dichiara contrario perché Pasolini era ricchione”.
Ninetto Davoli ci deve pensare un po’, forse calmarsi, prima di dire la sua, lui che con Pasolini ha percorso una parte importante della sua vita artistica.
“E’ una cosa vergognosa esordisce siamo ancora a queste frasi… poi Pasolini a Soriano, Chia, ha lasciato un’impronta meravigliosa. Mi sembra strano che possano esistere persone capaci d’utilizzare simili espressioni. Senza senso.
Permettersi d’usarle verso Pier Paolo. Questo consigliere mi fa veramente pena”.
Pena e rabbia. Davoli s’informa se qualcuno ha ribattuto alla frase usata dal consigliere. “Spero che qualcuno lo abbia ripreso. In Comune come si fa a esprimersi in questo modo?”.
Perché essere contrari a un parco intitolato a Pasolini si può argomentare diversamente.
“Si può dire che non era intelligente, che non è una scelta appropriata. Che si preferisce un altro personaggio”. Argomentazioni discutibili, ma almeno corrette.
“Dire, invece, che era un ricchione, allora questa persona deve essere proprio un…”. E parte un aggettivo irriportabile. Anche se Davoli ci tiene: “Mi raccomando, scrivilo!”.
Meno male che alla fine la proposta d’intitolazione è passata. “Mi fa piacere”. Un pensiero che rasserena Davoli, ma solo per pochi secondi.
Poi torna a occuparsi del consigliere, trovandogli un luogo dove invitarlo ad andare a soggiornare. “Mi fa incavolare”, chiosa.
Meglio ricordare quando Pasolini a Chia era di casa. “Con Pier Paolo, non solo a Chia ma anche a Soriano e Viterbo, in tutto il periodo in cui siamo stati lì, abbiamo veramente dato tanto.
Pier Paolo veniva spesso, lì ha scritto, girato film. Fatto cose meravigliose. Io mi ricordo che andavo a Soriano a fare spesa, quando nei fine settimana venivamo a lavorare alla torre di Chia”.
Un flash, poi c’è di nuovo il presente.
“E allora mi chiedo perché debbano esserci ancora queste persone?”. Sperando che sia una sola. Anche se una soltanto è comunque troppo.
“Ma come mai fa il consigliere comunale si domanda Davoli e se proprio lo deve fare, perché non usa altre espressioni? Chi ricopre simili cariche avrà una sua cultura. O no? Ma ancora sta in Comune?”.
Poco conta il partito in cui milita. “Non credo che uno di An usi un simile linguaggio sostiene è rimasto solo lui”.